Letteratura Latina: schemi e mini-riassunti III liceo

Padri della chiesa

Sant'Agostino

È stato un pensatore assolutamente moderno le cui teorie sono state alla base di diversi altri filosofi o altri uomini di cultura, e le sue opere hanno rappresentato un unicum all'interno della letteratura latina.
La sua produzione è immensa, e tra le opere più importanti si ricordano Le Confessioni e il De Civitate Dei.
Ne Le Confessioni tocca livelli di analisi psicologica e spirituale mai toccati prima, sono una sorta di diario riguardo la ricerca angosciosa della verità che culmina nella conversione. È una sorta di autobiografia, sebbene atipica: non tratta della nascita e dell'adolescenza, ma solo del cammino verso la conversione. È una delle pochissime opere di questo tipo che si trova nel panorama della letteratura latina. Inventa, inoltre, un nuovo genere, fatto apposta per narrare un esperienza.
"Confessione", nel titolo, è appunto un ringraziamento dato a Dio per avergli indicato la via.
Il De Civitate Dei, o La città di Dio, è un opera che ha il fine ultimo di diffondere il cristianesimo, proponendosi soprattutto all'aristocrazia romana, impedendo che questa si andasse a formare nella tradizione pagana. È una forte opera di critica contro tutto il mondo pagano, oltre ad una de-mitizzazione vera e propria dell'impero romano, considerandolo come un qualcosa che sarebbe finito e che di certo non avrebbe portato alla salvezza dell'umanità.

L'uomo, per Sant'Agostino, deve esser conscio di essere totalmente legato al mondo e al corpo materiale, ma allo stesso tempo deve cercare di distaccarsi da esso tendendo verso la città di Dio.
Il suo stile è particolare, e ha molte variazioni tra le sue varie opere. È strutturato in modo da riuscire a raggiungere il maggior numero possibile di persone, e viene pensato soprattutto per essere letto ad alta voce. Presuppone comunque una forte preparazione retorica, nonché un ottima conoscenza della cultura romana e della letteratura latina.

Sant'Ambrogio

Figura molto ricca e complessa, si interessò sin da subito al processo di secolarizzazione della chiesa, scrivendo due discorsi funebri per gli imperatori Valentiniano II e Teodosio: l'imperatore è soggetto all'autorità della chiesa per decisioni di tipo morale.
Altra opera importante sono gli Inni, composizioni in dimetri giambici catalettici (dove manca l'ultimo mezzopiede e hanno l'ultima sillaba lunga). Hanno condizionato il canto e la musica cristiana per secoli, e hanno origine dall'occupazione della chiesa porziana a Milano per toglierla agli ariani.
L'epistolario è espressione dell'ottima considerazione che aveva del gruppo di fedeli a lui affidati. Nell'epistolario tocca i temi della battaglia religiosa che compie contro gli eretici, ed è anche un modo per cercare di convertire i pagani milanesi.
Nel De Officis Ministrorum parla dei doveri dei ministri della chiesa; dicendo che non bisogna fare una contrapposizione netta verso i pagani, come diceva invece Tertulliano.
L'Exameron è invece un esegesi del libro della creazione, dove commenta i primi sei giorni della creazione.

San Girolamo

Uomo dal carattere abbastanza scontroso e aspro, spesso tendente a non accogliere serenamente opinioni diverse dalla sua, si pensi ad esempio al contrasto con Origene, dove prima appoggiava le sue posizioni (ovvero che la maggiorparte dei passi della Bibbia andavano intesi cercando un significato ben più nascosto), poi per motivi probabilmente personali andò a fare un vero e proprio voltafaccia nei suoi confronti.
L'opera più importante è la vulgata, una traduzione in latino della Bibbia, l'unica autorizzata dalla chiesa d'occidente, sebbene dopo alcuni tentativi di osteggiarla in quanto secondo alcuni fuorviante rispetto all'originale versione in greco (la vulgata era infatti una traduzione di una traduzione, non tradotta direttamente dall'originale ebraico).
Altra opera di notevole importanza è l'epistolario: si tratta di una raccolta di lettere di svariati argomenti e generi letterari. Porta quasi all'esasperazione la tendenza dell'epistolografia ad accogliere i temi più vari, come era già in Cicerone e Plinio il Giovane.
Infine, si ricordano il Cronicon, ovvero una serie di notizie storiografiche e di storia letteraria (usa come fonti il De Viris Illustribus di Svetonio); e il De Viris Illustribus, che riprende il titolo da Svetonio, e rielabora materiale di Eusebio. Si tratta di una serie di biografie di importanti personaggi.

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