Sant’Agostino

 

In S.Agostino si trova un certo atteggiamento Platonico, almeno nel primo periodo. Le opere più importanti sono "le confessioni", una sorta di testamento spirituale, e "la città di Dio", la teologia agostiniana.
Il modo di fare filosofia di Agostino è molto soggettivo, le opere hanno uno stile sostanzialmente diaristico. In Agostino vi è il superamento dell’iperintellettualismo etico, con la scoperta della volontà umana.
Scopre il soggetto come individualità, come soggettività, come volontà. Una sua massima era proprio "non andare fuori di te , ma cerca la verità dentro di te". Fa Agostino riferimento a una verità assoluta, non ricercata in comune, non come Platone che cercava la verità fuori dall’uomo. In Agostino non c’è ancora la separazione tra fede e ragione. Con Agostino si ha una delle prime forme di "Dubito ergo sum", vi è un dubbio metodico, non scettico dove si nega per distruggere, ma dubita per affermare.
Prima di diventare cristiano ad opera di Sant’Ambrogio, Sant’Agostino aderì al manicheismo, filosofia dualistica basata sulla contrapposizione tra bene e male. Ancora prima, era un platonico, e dopo lo rifunzionalizza attraverso la sua teoria a riguardo delle idee, teoria dell’illuminazione, dove le idee platoniche non sono nell’iperuranio, ma nella mente divina. Dio è il lume che da conoscenza e illuminazione a tutto il resto. È inoltre l’iniziatore della teologia negativa, ad esempio, Dio non è finito = Dio è infinito.
La ragione, per Sant’Agostino, si origina dalla fede, poiché si rifà a principi primi indimostrabili. L’intelletto deve avere fede in se stesso per poter procedere discorsivamente.
[Appunto extra: Differenza tra etica eteronoma ed autonoma: quella eteronoma è quando è regolata dall’esterno, ovvero condiziona i propri bisogni. Es: l’etica cristiana è eteronoma]
Per Agostino non esiste il tempo tra presente, passato e futuro, ma in realtà l’unico tempo vero è il presente, mentre il futuro è potenza, il passato è ricordo. Il presente è atto.
Come dato infatti il passato non esiste, ma c’è il presente del passato che vive nella memoria. Mentre il presente del presente è dato dall’attenzione del momento. E poi il presente nel futuro, che è appunto dato dall’attesa. L’uomo vive nella realtà come animale simbolico poiché può concettualizzare il futuro, grazie allo stato d’animo del progetto, dell’attesa.

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