Cassirer e il Neocriticismo

Il neocriticismo

Con il neocriticismo la filosofia viene intesa come riflessione critica sulla scienza o sulle altre forme dell'esperienza umana. Viene usata la filosofia per riflettere criticamente sulla scienza, che al tempo veniva esaltata in maniera metafisica dai positivisti.
Dal neocriticismo tedesco arriva una risposta all'eccessiva esaltazione della scienza in via metafisica dai positivisti del tempo.
I neocriticisti negano in maniera totale il carattere metafisico e assoluto della scienza. Quelle della scienza non sono delle verità metafisiche, assolute, ma è un sapere che va affrontato criticamente per metterne i luce quali sono i suoi limiti.
Se Kant aveva indagato la struttura fondativa del sapere scientifico, i neocriticisti delle scuole del Baden e di Marburgo, dal canto loro, ritornando a Kant riflettono criticamente sulla validità della scienza e dei suoi strumenti in relazione a quelle condizioni di fatto empiriche, psicologiche, o soggettive, a cui essa è sempre, inevitabilmente, legata.
Questo perché ogni scienziato parte sempre da condizioni empiriche, psicologiche o soggettive, a cui non ci si può sottrarre. Per tale motivo la scienza è sempre un prodotto umano. Non si interrogano sul fondamento della scienza in se e per sé, come per Kant, ma sul fondamento sociale della scienza.
La ragione di cui si occupano i neocriticisti è una ragione inquinata dal mondo, non esiste più una ragione pura come per Kant.

È il neocriticismo che influenzerà in Nietzsche il criticismo, dell'analisi genealogica. Nietzsche dirà che la filosofia non è tale se non è anche sintomatologia e genealogia. Ha il compito di andare all'indietro per capire da cosa è prodotta la scienza, e cosa c'è sotto la scienza. Si interrogherà su quali siano i valori, da dove vengono i valori stessi.

Cassirer

Cassirer è stato influenzato dalla scuola di Marburgo. La cosa più importante è la sua teoria dell'uomo come animale simbolico, è il primo a rendersi conto che la filosofia moderna deve essere anche filosofia del linguaggio. Da Cassirer in poi il linguaggio è diventato l'oggetto centrale della riflessione filosofica.
Per Cassirer il linguaggio è l'elemento da cui bisogna partire per capire l'uomo. È quell'elemento che costituisce la specificità dell'essere umano. La costruzione del mondo da parte dell'uomo parte sempre dal linguaggio.
Inquadra per la prima volta nella filosofia la riflessione sul linguaggio.
Quando anche in ambito scientifico il concetto di sostanza viene sostituito con il concetto di funzione; l'attenzione viene spostata dall'oggetto al segno, il simbolo. All'interno di questa nuova mentalità emerge lentamente la funzione fondamentale del linguaggio.

Cassirer prende in esame il linguaggio, che determina tutte le altre funzioni dell'uomo, poiché è quel segno che fa dell'uomo un animale simbolico, l'unico animale simbolico che ci sia.
Cassirer recupera la definizione aristotelica dell'uomo come animale politico, per riempirla però in altro modo. L'uomo come animale simbolico caratterizzerà non solo la filosofia di Cassirer, ma larga parte della filosofia contemporanea. L'uomo in quanto animale simbolico è l'unico animale capace di produrre segni. L'uomo è animale simbolico poiché la coscienza, l'autocoscienza, e quindi il simbolismo umano, ha a che fare con il gesto fondamentale della messa a distanza: l'uomo in quanto animale simbolico dotato di linguaggio è capace di rappresentarsi e di rappresentare perché è l'unico essere capace di trascendersi, di prendere le distanze da se stesso e da ciò che lo circonda. Infatti, già nell'ambito della riflessione neocriticista, la coscienza non è più intesa come prima separata dall'oggetto e poi ad esso collegata, ma è già considerata come coscienza di, vale a dire, sempre coscienza di qualcosa che da un lato la costituisce come tale, mentre dall'altro la rende anche diversa da ciò che mira.
Detto questo, dunque, la coscienza non è mai una funzione a sé stante, ma è l'atto stesso dell'oltrepassamento: intenzionalità. Si è coscienti quando ci si oltrepassa, si passa oltre.

Il primo Cassirer appartiene ancora alla riflessione della scuola di Marburgo. Il Cassirer invece de "la filosofia delle forme simboliche" si allontana da tali idee, in quanto estenderà la sua riflessione non solo sulla scienza ma sul mondo dell'uomo in generale. Supera il neocriticismo delle due scuole.
Cassirer attribuisce alle forme del linguaggio le categorie di Kant. Il linguaggio dà la possibilità di generare, di razionalizzare (come fu già, per certi versi, in Hobbes).
"L'uomo è un animale simbolico" significa per Cassirer che l'uomo non può conoscere nulla senza rappresentazione. Questo vuol dire che ogni conoscenza umana non è mai immediata ma è sempre mediata, e il primo medium di cui nessuno di noi può fare a meno è il linguaggio.

 


 

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