Hobbes

Se da un lato la ragione vira sulla spinta metafisica di Spinoza, Cartesio e Leibniz, c'è un'altra strada rappresentata da Hobbes, Locke e Hume
Con questi non si parla più di una ragione metafisica, ma di una materialista, profondamente condizionata dall'esperienza. Secondo Hobbes la ragione è un prodotto del corpo. La sua è una filosofia materialistica e nominalistica. Il nominalismo è la concezione che ha Hobbes linguaggio, ovvero che il linguaggio è una convenzione.
Tra le sue opere principali vi è il Leviatano, un opera politica. Poi il De Corpore, De Nomine e De Cive.
Il linguaggio per Hobbes non è un dato naturale ma una convenzione, un prodotto.
Quando Hobbes dice che anche gli animali lo usano, si riferisce all'istinto che hanno, che permette loro di organizzare i loro fini, ma sempre mediante gli istinti.
Gli uomini non hanno solo una memoria meccanica, ma anche e soprattutto una memoria semantica, che gli permette di gestire e organizzare la vita.
È dotato di tale memoria proprio perché ha il linguaggio, e, di conseguenza, ha la ragione proprio perché ha il linguaggio. Le parole, che sono dei simboli, dei segni convenzionali, sono generalizzanti, ad esempio la parola triangolo è una generalizzazione di tutti i triangoli.
La forma generale del ragionamento è il sillogismo ipotetico: "se qualcosa è uomo, è anche animale, se è anche animale, è anche corpo, etc." è tutto quindi basato su una serie di addizioni e sottrazioni.
Vico dicevo "verum et factum convertuntur" "il vero (la natura) e il fatto convergono".
Secondo Vico l'uomo può conoscere alla perfezione solo quello di cui ha esperienza.
Il sapere scientifico consiste nel sapere le cause dei fenomeni, e si articola in deduttivo (a priori) e induttivo (a posteriori).
Il primo, come la matematica, l'etica e la politica, vanno dalle cause agli effetti. Il secondo, come le scienze naturali, vanno dagli effetti alle cause.
Le prime riguardavano cose prodotte dall'uomo, e portano a conclusioni necessarie. Le seconde riguardano cose non prodotte dall'uomo, e portano a conclusioni probabili. L'esperienza per Hobbes è quel limite che non consente all'uomo di avere conoscenza della natura.
Quando dice che l'uomo può conoscere solo cose tangibili, intende tutte le cose generabili, soltanto ciò che in quanto uomo possa padroneggiare perfettamente, non solo materiale, ma anche cose come la politica etc.; dice che dire che Dio è incorporeo sarebbe come ammettere che non esiste.
Inoltre l'anima sembra incorporea poiché è solo movimento. Sono gli oggetti che impattano sui nostri organi di senso.
Infine, nega il libero arbitrio, la considera solo come volontà di agire, non come volontà di scelta.
Inoltre, le valutazioni morali sono soggettive, relative all'individuo singolo e alla situazione in cui si viene a trovare. Quindi, non si può distinguere assolutamente tra bene o male. In generale, però, il bene è che aumenta il moto della vita, il male è ciò che lo diminuisce.
Con Hobbes si parla di geometrismo politico, ovvero applica il metodo geometrico alla politica. Ciò rende la politica una scienza, e rendendola tale, vi si può applicare il metodo scientifico.
La politica poggia su due postulati generalissimi: la bramosia naturale e la ragione naturale.
La bramosia = gli uomini sono degli "atomi di egoismo puro", una sorta di homo-homini-lupus, infatti per natura tutti gli uomini ritengono di avere diritto su tutto.
Hobbes mutua il concetto di "stato di natura" in comune con Spinoza, ma che lo porta a strade diverse. Questo "stato di natura" è però solo un ipotesi filosofica, l'uomo non è un essere sociale, per Hobbes.
La ragione naturale di Hobbes è quella ragione calcolante, è la manifestazione estrema del conatus essendi, al fine di preservare se stessi, un calcolo razionale dei costi e dei benefici dell'uomo.
Lo stato di natura è caratterizzato da un uomo egoista, razionale. È uno stato presociale. C'è una persistente Bellum Omnium Contra Omnes.
Il passaggio dallo stato di natura alla società civile, è grazie ad una riflessione della ragione natura, secondo il principio di efficienza.
In Hobbes vi è il contratto sociale, un patto per costruire lo stato sociale. Esiste un solo tipo di contratto, poiché non fa distinzione tra società civile e stato. Lo stato di cui parla è uno stato assoluto. E il contratto è definitivo e irrevocabile. È un alienazione definitiva.
 

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