Hume

Dice Locke, all'interno dell'esperienza, vi è anche la conoscenza. L'esperienza è sia il suo limite che la condizione sine equa non della sua esistenza.
In Hume invece, l'empirismo porta a una conclusione scettica. Ovvero, la conoscenza non è certa, ma solo probabile. La conoscenza è credenza.
Questo perché la scienza si basa su verità di fatto e non di ragione, sono solo giudizi sintetici a posteriori.
Per Locke tutte le idee che abbiamo sono avventizie, provengono dall'esterno, anche se comune possono essere di tipi diversi.
Hume invece distingue le impressioni e le idee. L'impressione è una sensazione attuale, l'idea è il ricordo della stessa sensazione.
Hume dice che l'esistenza del mondo esterno non è garantita dalla sensazione attuale, ma resta solo una credenza.
Per Hume, non esistono idee astratte, ovvero che abbiamo caratteri particolari e singoli, per pensare si deve caratterizzare, non si può immaginare il nulla. Inoltre, questo è proprio perché ogni idea dall'esperienza, è per questo che quando immaginiamo qualcosa dobbiamo sempre rappresentarla nella nostra mente, e concretizzarla. Le idee astratte non sono che dei segni nominali di cui noi ci serviamo per rappresentare delle classi generiche, unite tra loro da caratteristiche comuni, e noi li usiamo per abitudine.
Le percezioni sono quindi alla base della conoscenza e si dividono in impressioni ed idee.
L'immaginazione invece è la capacità di stabilire delle relazioni tra le idee, e per metterle in relazione si usa il principio dell'associazione, che opera con tre criteri: la somiglianza, la continuità spazio-temporale, e la causalità.

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