Il dono come arma

Occorrente:
1) Molti poveri
2) Un operatore
3) Coraggio

" Questa è la sala del refettorio per i poveri. Ottanta persone a sera, ottanta storie diverse e tutte con lo stesso destino, di essere invisibili a sé e al mondo. La cena la pagano. Pochissimo, un prezzo quasi simbolico ma devono pagarla. E poi ci sarebbe il sovrapprezzo per l’invito settimanale ". Si riferiva evidentemente a qualcosa che credeva che io sapessi, poi, visto la mia aria perplessa, continuò. Mi mostrava la grande tavolata già pronta per la sera e, ad uno dei posti, di fronte al piatto c’era una cartellino.

" Ecco questo signore è stato invitato dalla comunità a cenare per una settimana a spese degli ospiti che appunto pagano un piccolissimo sovrapprezzo per lui.
Questa settimana abbiamo invitato XXXX    XXXX ma non si sta facendo vedere ".
" Ma chi, XXXX XXXX il miliardario, quello di …… "?
" Si, proprio lui ".
" E perchè questo strano invito "?
" Perchè il donare può essere un’arma micidiale, e noi non possiamo lasciarcela scappare ".
" Vede, quando lei dona ad un amico deve per forza accettare l’idea che l’amico, un giorno, possa ricambiare ed allora il donare è un atto di amore che genera amore, ma se dona a qualcuno qualcosa che non potrà mai ricambiare vuol dire che lo sottomette psicologicamente. La cultura di popoli non occidentali è piena di raccomandazioni a non eccedere nel dono le possibilità di contraccambio di chi lo riceve.
Qui i poveri, quelli che non hanno niente, si privano di qualcosa per donare a chi ha tutto. E visto che il dono si misura con il metro di chi dona e non con quello di chi riceve, vuol dire che loro fanno un dono che nessuno potrà mai contraccambiare.
Ogni sera i poveri di questo centro pagano una cena per un ricco. Lui viene avvisato di questo dono e invitato ad usufruirne per una settimana ".
Alla fine della vista mi accompagnava all’uscita e mi dava un’ ultima notizia.
" Domani inauguriamo il monumento. I poveri hanno raccolto danaro per fare un monumento da donare alla città. Abbiamo fatto fatica a farci dare il posto dove collocare il monumento ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Nessuna amministrazione pubblica oserebbe rifiutare un dono fatto da un povero.
Lo venga a vedere, in piazza ……E’ bellissimo oltre che importante. “
Che cosa avevo imparato di nuovo ? Che il dono e l’amore possono essere più dirompenti della dinamite ?
Erano duemila anni che qualcuno professava questo credo, oppure quell’uomo donava senza amore, magari con violenza ?

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