Il gelo

E’ incredibile ciò che può farci immaginare lo stato di sopore in cui ci ritroviamo a collassare nelle ore più buie della notte: un soffio di vento, un latrato, le tubature dell’acqua, passi nella nostra stanza, la luna, un volto spettrale che ci osserva da fuori dalla finestra.
Ma la mente umana è una cosa straordinaria, la maggior parte delle volte riduciamo questi fantasmi a delle semplici spiegazioni razionali.

…La maggior parte delle volte…..

Talvolta la ragione non è capace di giustificare, di quietare il nostro spirito.
Forse perchè ciò che appare è, forse perchè talvolta la ragione è morta.

Quanto spero che proprio l’altra notte la mia parte razionale stesse dormendo, perchè non voglio credere a ciò che ho vissuto sulla mia pelle, nelle mie ossa.

Quel gelo spettrale…..

No, non posso lasciare che la mia mente lasci il posto alla follia!

Il gelo…..

Era l’una, forse le due… non importa l’ora, il peso della noia della giornata si faceva sentire come il pendolo di un orologio, rindondava nella mia testa una naturale ninna nanna…. Le lenzuola calde, una sonnolenza piacevole a sentirsi quando si è avvolti dalle lenzuola del proprio letto.

Non so se stessi dormendo, ma nonostante il peso delle palpebre avevo piena visione dell’ambiente circostante, qualcosa era scattata nella mia mente, uno stato di allerta di un uomo selvaggio, che si aggira nella notte tra le minacce della foresta: un ombra in agguato nell’oscurità.
Sentivo, io sentivo qualcosa: un silenzio innaturale, quella calma che precede la tempesta, che anticipa il salto del predatore sulla preda.
Un sudore freddo cominciò a impregnare le mie vesti, il cuore accellerò il suo trotto quando……

quando sentii qualcosa strusciare sotto il mio letto!!!!
No, deve essere stata un’illusione del sonno, cominciai a pensare a Goya, alle sue miniature…. no, quel suono era reale.
Come un animale si nasconde nella sua tana, io mi avvolsi fino al capo con il mio scudo di lenzuola….. pur sapendo che nessuno si fermerebbe di fronte a quattro stracci. Sudavo, tremavo…. l’aria della stanza diventava sempre più fredda, potevo immaginare i vapori della condensa del mio respiro.
Mi misi d’allarme….. avevo un braccio fuori dal mio “nido”, subito mi motivai a rinfilarmela al sicuro, quando un gelo….

quando un gelo, schiacciante, avvolgente prese il mio arto e cominciò a tirare. Urlai, ci provai, ma dalla mia gola non uscì alcun suono, nessuno poteva aiutarmi, ero immobilizzato.
La mano invisibile stringeva e tirava, mi trascinava sotto il letto.

Poi il silenzio.

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