La casa di Borley

La casa di Borley, in Inghilterra, è nota come “la casa più infestata d’ Inghilterra”. Si tratta di una vecchia casa canonica, bruciata in un incendio nel 1939: sul terreno su cui sorgeva fu costruita una casa privata, così come sul terreno corrispondente al giardino furono costruite altre abitazioni private. Ma nessuna di queste è dotata del terribile influsso di casa Borley. Nel 1862 il reverendo Herny Dawson Ellis Bull si trasferì a Borley con la famiglia, non badando alle terrificanti voci che giravano sull’abitazione: si parlava di fantasmi di un monaco, di una suora, e di una carrozza fantasma con il cocchiere senza testa che infestavano la villa.

Ma Bull non badò a questo. Fino a quando non iniziarono a presentarsi fenomeni di poltergeist, come oggetti che si muovevano o che si scagliavano contro i muri, o iniziò manifestarsi, in giardino ed in casa, la figura di una suora con una veste nera e capo chino. Il reverendo morì nel 1892: il figlio gli succedette nel ruolo di canonico di Borley ed ebbe “in eredità” la casa. Si presentarono nuove manifestazioni: una sera, una sorella vide, vicino al letto, una figura di un uomo alto vestito di nero. Fu solo allora che iniziarono a credere alla voce, che girava in paese, dell’esistenza dei fantasmi di un prete ed una suora innamorati e fuggiti insieme che si aggiravano per la casa. Allora vendettero la casa ad un altro reverendo, Guy Smith, che nulla sapeva dell’influsso negativo della casa e vi andò a vivere con i familiari.

A nulla valsero gli avvisi dei loro paesani sulle terribili presenze della canonica. Ma i coniugi si resero conto della veridicità delle voci quando iniziarono ad udire forti colpi improvvisi, strascichi di piedi in stanze vuote, campanelli di servizio che si mettevano a suonare tutti in una volta e luci dove non ce ne dovevano essere. Apparve anche la suora e, come ultima goccia per i coniugi Smith, una carrozza fantasma sfrecciò attraverso la siepe e lungo i prati del giardino prima di svanire. Fu allora che Smith decise di contattare Harry Price, l’uomo che, ancora oggi, è considerato il maestro di tutti i cacciatori di spiriti. Ma a nulla valse l’ esperienza di Price: egli stesso assistette, impotente, a fenomeni di piccoli oggetti che svolazzavano, chiavi che cadevano da sole dalle serrature e, una volta, di un candeliere di vetro rosso che si schiantò contro una scala andando in mille pezzi. Si tentò con una seduta spiritica nella “stanza blu”, una camera, al secondo piano, caratterizzata da una grande intensità di fenomeni.

Durante la seduta la specchiera di una parete sembrò emanare una scarica di colpi, una saponetta si sollevò dal lavabo e colpì una brocca di metallo così violentemente da lasciarvi una profonda ammaccatura. La canonica fu abbandonata, ma 17 mesi dopo fu occupata dal reverendo Lionel Foyster, di 51 anni, dalla attraente moglie, Marianne, di trent’anni più giovane di lui, e dalla figlia, Adelaide. I fenomeni di Borley non si fecero attendere: Marianne vide un uomo pallido in vestaglia che dalla cima delle scale la chiamava, oggetti che svolazzavano per la casa (come un martello ed una maniglia, che finirono per colpirla e ferirla). Il reverendo decise, con altri due “colleghi” di tentare un esorcismo: bruciarono incenso e spruzzarono acqua santa, ma tutto inutilmente. Una mattina la moglie di Foyster iniziò a correre per la casa, asserendo di aver sentito il tocco di una mano su di una spalla da parte di una figura in cucina.

La casa fu abbandonata nel 1935: l’unico a ritornarci più volte fu Price, per condurre alcuni esperimenti. Furono tentate moltissime sedute spiritiche nella casa: in quella del 28 marzo 1938, la medium Helen Glanville fu avvertita da uno spirito maschile, presentatosi come Sunex Amurex, che la casa sarebbe bruciata quella notte. Si sbagliava, ma di soli 11 mesi: l’incendio si sviluppò nella sala a mezzanotte del 27 febbraio 1939. Gli abitanti del villaggio rimasero pietrificati nello scorgere, alla finestra del piano superiore, una giovane donna rimasta evidentemente intrappolata. Ma nella casa non c’era nessuno e, domato l’incendio, non fu ritrovato alcun corpo. Attualmente non rimane praticamente nulla della canonica, quelle poche macerie rimaste in piedi sono completamente andate distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dove un tempo sorgeva la canonica, c’è solo un vasto pezzo di terra incolto, anch’esso di proprietà privata e quindi inaccessibile.

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