Fermata Fantasma

La corsa in genere dura 20 minuti, ed io sono stanco morto. Dormire per un momento non mi ucciderà. Mi sveglio al suono della voce elettronica che annuncia l’arrivo a Queen’s Plaza. Mi sveglio sempre in questa stazione, perchè per qualche assurdo motivo viene annunciata sempre a volume più alto delle altre. Come tutte le altre sere cerco di tenermi sveglio, essendo la fermata successiva la più vicina al mio appartamento.

In qualche secondo il treno chiude le porte e ricomincia la sua corsa, mi perdo un attimino a controllare i messaggi della giornata sul mio cellulare o a giocare un po’. Per 5 minuti sono immerso nei miei pensieri, i pollici impegnati in qualche gioco che non ricordo bene. Alchè esco dalla mia semi-trance e mi accorgo che c’è qualcosa che NON VA. Il treno è troppo veloce. Ormai dovremmo essere arrivati. Il tragitto tra le due stazioni non è mai più lungo di tre minuti, al limite tre e mezzo. Inoltre il tratto di strada è pieno di curve, e se non fosse l’altoparlante a Queen’s Plaza a svegliarmi sarebbero gli scossoni e lo stridìo dei freni.

Nessuna curva. A quel punto mi sono alzato e ho controllato la mappa. Il treno è sulla linea giusta, e la direzione corretta. Tutto a posto. Forse ci sono soltanto dei lavori in corso e stanno facendo una deviazione. Tanto vale sedersi ed aspettare.

Il treno accelera. Le occasionali luci arancioni ai lati del tunnel hanno smesso di lampeggiare, ora è solo buio. Le luci della cabina sfarsallano per un momento. Ora si sono abbassate.

Di colpo il treno si ferma. Non frena bruscamente, sembra quasi innaturale. Sono nel mezzo dell’oscurità assoluta. Sicuramente questa non è la mia fermata! Sento qualche mugolìo e alcune bestemmie provenire dall’altra carrozza, è solo quel vecchio barbone che vedo praticamente ogni sera. Oltre a quello un silenzio assoluto.

Adesso riesco a sentire qualcosa. E’ un fruscìo strano, come se qualcuno stesse strofinando tra loro due pezzi di carta vetrata. E poi un altro suono. Un fischio ad alta frequenza, come quello di un vecchio televisore quando si sta per accendere. I rumori si fanno sempre più forti.

Di colpo è solo silenzio. Insieme ai rumori se ne sono andate anche le luci.

Quello che ho sentito dopo è stato l’urlo più terrificante mai espulso dai polmoni di qualcuno, e ogni sorta di rumori provenienti dalla carrozza adiacente. A questo punto sono immobilizzato dalla paura e rannicchiato in posizione fetale nel mio sedile, cercando di non emettere alcun suono.

Saranno passati cinque minuti ormai, le luci sono tornate completamente. Raccolgo tutto ciò che resta del mio coraggio e spio nell’altra carrozza.

Completamente vuota.

Mi decido e vado a controllare. Non c’è nessuno. Nel posto del vecchio non rimane nulla ma incastrato in un angolo del finestrino semiaperto rimane un lembo piuttosto grande del suo cappotto. Macchiato. Sembra essere sangue.

Il treno riparte, e con la scossa da sotto al sedile qualcosa scivola e urta il mio piede. Un coltello.

C’è qualcosa sulla lama, è un liquido completamente nero.

Mentre ispezioni più da vicino il coltello, di colpo qualcosa si muove nel riflesso alle mie spalle.

Il mio cuore manca un colpo. Mi volto di scatto.

Nulla.

In pochi secondi riesco di nuovo a vedere le luci arancioni della galleria. Nel giro di due minuti la familiare voce elettronica annunci l’arrivo alla stazione.

Scendo dal treno e corro verso la locomotiva per parlare col macchinista, ma sfortunatamente non sono abbastanza veloce.

Mi fiondo fuori dalla stazione e corro verso casa. Chiudo la porta a chiave dietro di me e mi precipito a chiudere tutte le finestre.

Stanotte dormirò con le luci accese.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *