Hegel

Tre sono i capisaldi della filosofia hegeliana:
1) la realtà come spirito infinito
2) la struttura dello spirito infinito è dialettica (in Hegel la dialettica è legge logica e ontologica del reale)
3) la particolarità di questa dialettica è l'elemento speculativo.
Partendo dalla prima, tutta la realtà è spirito. Così come per Fichte e Schelling, la realtà non è sostanza, ma è attività. Critica l'infinito di Fichte come un "cattivo infinito", poiché è un processo, quello di Fichte, che non si compie mai. In Hegel infatti viene superato il romanticismo. Lo critica proprio perché l'Io non si confronterà mai con il non-io, e la scissione tra soggetto e oggetto non viene mai superata.
La novità in Hegel è questa: lo spirito si autogenera, generando la propria determinazione, e però, a differenza di Fichte, Hegel questa determinazione la supera.
L'assoluto Hegeliano può essere definito come Dio prima della creazione, un assoluto che ancora non alienato. Poi vi è il Dio della creazione, che si aliena, che esce fuori da sé. La vera positività, per Hegel, è proprio la sintesi, e non la tesi, poiché quest'ultima manca di consapevolezza, il vero santo è colui che ha superato il peccato e che lo ricorda.
Perché, lo spirito si realizzi come infinito, deve realizzarsi mediante la negazione di ogni negazione del finito.
Il finito possiamo concepirlo idealisticamente, come separato dall'infinito, come contrapposto.
Invece, realisticamente, il finito appartiene all'infinito, e già esso è infinito. Non è separato, il finito, ma è uno dei momenti in cui si realizza per poi risolversi nuovamente come positività sintetica, e cioè infinito. C'è un rapporto dialettico tra finito e infinito.

La riflessione circolare sullo spirito si distingue in tre momenti:
Essere in sé, ovvero la tesi.
Essere fuori di se, ovvero l'antitesi.
Essere in sé e per sé, ovvero la sintesi.
La prima è la logica, la seconda la filosofia della natura, e infine il terzo momento è la filosofia dello spirito. Questi sono i tre momenti della filosofia hegeliana.
La dialettica hegeliana, intesa non più come legge ontologica ma come legge logica:
Tesi: lato astratto e intellettivo.
Antitesi: lato dialettico in senso stretto o negativamente razionale.
Sintesi: lato speculativo o positivamente razionale. (corrisponde all'aufhebung)
Questi sono i tre momenti della logica hegeliana.

Nel primo momento, del metodo filosofico inteso come concezione logica dell'assoluto, si ha la prevalenza della conoscenza intellettuale. È quell'organo che determina attraverso la negazione (omnis determinatio est negatio). In questo primo momento si ha ancora una conoscenza incompleta dell'assoluto, si ha l'intelletto astrattivo che prevale sulla ragione.
Nel secondo momento si ha il rovesciamento di tale determinazione. Si smuove la rigidità dell'intelletto. Poiché l'intelletto non concepisce l'importanza dell'opposizione.
Nel primo momento si ha il positivo, nel secondo il negativo, e nel terzo momento si avrà invece la sintesi che nasce dalla realizzazione di una positività più completa frutto dell'unione della positività astratta dell'intelletto e della negatività contraddittoria generata dalla negazione dialettica.
Quindi la sintesi è il superamento dell'uno e dell'altro.
Hegel, nell'enciclopedia delle scienze scrive: "tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò è razionale è reale".Questa è una proposizione speculatrice: si ha un chiasma, perché soggetto e predicato si possono invertire in quanto rappresentano la stessa cosa. Intrattengono un rapporto speculare.
Questa affermazione riassume il cosiddetto panlogismo hegeliano; cioè che la ragione coincide con la realtà, e la realtà con la ragione. Tra ideale ed esistente, non vi è alcuna differenza. La filosofia di Hegel è panlogistica, poiché la ragione è già in tutte le cose.
La ragione è la stessa realtà, lo spirito coincide con la storia. Hegel vuole dire che il dover essere e l'essere non sono due momenti separati ma sono esattamente la stessa cosa. La filosofia di Hegel in quanto panlogismo è una filosofia giustificatrice dell'esistenza.
Il tema della filosofia dello spirito è proprio a riguardo del principio speculativo. Di superare conservando (aufhebung) nella sintesi.

La fenomenologia dello Spirito
Fenomenologia deriva dal greco fainomai (apparire, manifestarsi), per Hegel "fenomenologia dello spirito" è studio delle manifestazioni dello spirito a differenti livelli. Il fenomeno di Kant e il fenomeno che diventa fenomenologia in Hegel sono due cose completamente diverse.
Nella f.d.s. ci sono due piani contrapposti: lo spirito assoluto, e la coscienza empirica. Su un piano v'è il manifestarsi a diversi livelli dello spirito, l'obiettivo che si pone è quindi l'autoconoscenza dell'assoluto. Nel secondo piano invece vi è la coscienza empirica che ripercorrendo le tappe già percorse dell'assoluto, si andrà alla fine a riconoscersi come assoluto. È la risoluzione dialettica del finito nell'infinito. L'obiettivo finale che Hegel si pone, è quello di far venir meno una volta per tutte la differenza tra soggetto e oggetto.
In Hegel le tappe della manifestazione dello spirito sono: coscienza (tesi), autocoscienza (antitesi), ragione (sintesi); poi, spirito (tesi), religione (antitesi) e sapere assoluto (sintesi). Sono due triadi, che in maniera circolare si uniscono tra loro, fino ad arrivare al sapere assoluto dove si compie l'autoconoscenza dell'assoluto. Il fine ultimo di questo dispiegarsi è proprio l'autocoscienza dell'assoluto.
Non bisogna confondere queste 6 tappe con le figure dialettiche. Infatti tali figure dialettiche sono tutte interne alle singole tappe. Le figure dialettiche sono proprio le molle dialettiche che permettono allo spirito di apparire come un movimento continuo, dinamico, e non di un passaggio ex-abrupto; sono ciò che permettono allo spirito di evolversi attraverso il superamento di tutte le sue determinazioni che appaiono sempre inadeguate e passibili di superamento.
La prima tappa è la coscienza in senso stretto, dove si ha una conoscenza ancora rappresentativa, dove soggetto e oggetto appaiono ancora distinti e separati. Contiene tre momenti dialettici, che sono la certezza sensibile, la percezione e l'intelletto. La percezione è il lato soggettivo della conoscenza sensibile, ed è sbilanciata dal lato dell'oggetto. La percezione invece è sbilanciata dal lato del soggetto.
Nella seconda tappa c'è la figura del servo-padrone, e della coscienza infelice. Ce ne sono poi altre due in mezzo a tali due, lo stoicismo e lo scetticismo. La coscienza infelice è ciò che permette allo spirito di passare dall'autocoscienza alla ragione.
Si passa dalla coscienza all'autocoscienza quando il soggetto capisce di aver il controllo assoluto sull'oggetto. Si ha quindi uno scontro tra autocoscienze, con alla fine non la morte di una delle due, ma la sottomissione di una all'altra. Quindi si passa alla figura del servo-padrone. Questa è rappresentata da due poli, quello del servo che guarda dal basso verso l'altro al polo rappresentato dal padrone.
Una volta che quindi il servo si è liberato, il servo acquisisce la libertà dello stoicismo, una libertà più astratta che concreta. Con lo scetticismo si passerà poi alla coscienza infelice.
La terza tappa è la Coscienza infelice, infelice perché è collocata in questo mondo, ma vive in funzione di qualcosa in un altro mondo (come ad esempio la coscienza cristiana). Si arriva alla Ragione quando la coscienza infelice comprende di essere tutta la realtà, comprende che la trascendenza non è fuori ma è dentro di se.
Quando poi questa ragione comprende di realizzarsi nella società, di essere inter-soggettiva, diventa Spirito. Dopo ciò si passerà alla Religione e al Saper assoluto.
La Religione è la massima rappresentazione dell'assoluto ancora però non filosoficamente ma solo religiosamente, mentre il Sapere assoluto è l'assoluto che si riconosce sul piano del concetto filosofico.

La logica
La dialettica in Hegel non è più la dialettica come lo era per Kant, per Aristotele, etc.; e cioè una scienza logica. La logica parte dall'ultimo piano che si è avuto nella Fenomenologia dello Spirito, ovvero il sapere assoluto.
Non viene lasciato indietro il lavoro compiuto dalla Fenomenologia dello spirito. Infatti da essa di passa alla Logica = idea in sé, e poi alla Filosofia della natura = idea al di fuori di sé, fino poi alla filosofia dello Spirito.
L'idea in sé quindi non è altro che il logos, l'assoluto visto solo dal suo punto di vista logico, che non si è ancora estraniato da sé.
La dialettica hegeliana è intesa sia come legge ontologica del reale, che come legge logica del reale. E parlando di dialettica come legge logica, quindi, non si fa altro che parlare della logica classica, e quindi della dialettica classica (quella di Kant, di Zenone, etc.).
La logica hegeliana coincide con la storia della dialettica fino a Kant. La logica consente al filosofo di elevarsi dal particolare all'universale.
Al contrario, in Hegel la logica coincide con l'ontologia, con la metafisica. La dialettica quindi coincide con le sue leggi stesse, è sia legge logica che ontologica del reale. La logica è la legge stessa dell'assoluto, inteso come logos, come il dio che ancora non ha creato il mondo.
Ha quindi sia a che fare con lo studio delle categorie e delle determinazioni del pensiero, che con la struttura stessa dell'idea pura.
Hegel dice: "l'essere è la disposizione originaria del pensiero", l'essere è l'oggetto del pensiero, tutto ciò che il pensiero può pensare e quindi dire. In realtà, questo essere originario è anche nulla, poiché si tratta di un essere che non è determinato. Divenire è un qualcosa di determinato, il divenire di qualcosa, un infinita possibilità di essere.
La logica hegeliana ha tre fasi: la logica dell'essere (con la triade essere, nulla e divenire), la logica dell'essenza e la logica del concetto.
È dal divenire che si ha il passaggio all'essenza. L'essenza è un rimando ad Aristotele, l'essenza è la sostanza dell'essere.
La logica dell'essenza poi confluisce nella logica del concetto, che non è altro che l'essenza arricchita di tutte le sue determinazioni.

Filosofia della Natura
Nella filosofia della natura vi sono meccanica, fisica e organica. La meccanica è la natura amorfa; la fisica è la natura che si va a definire in forme naturali. L'Organica è la natura che poi va a diventare vita organica.
Quando nasce lo spirito soggettivo, però, non si è più sul piano della filosofia della natura,ma si passa alla filosofia dello spirito.
Si tratta dello studio dell'idea fuori di sé, dell'alienazione dello spirito.

Filosofia dello Spirito
In Hegel vi è lo spirito in senso ampio, che riguarda lo stesso assoluto, e lo spirito in senso stretto, che va a distinguersi dall'assoluto, che è quello di cui Hegel parla nella Filosofia dello Spirito.
Lo spirito ha a che fare con una manifestazione particolare dell'assoluto. In particolare ha a che fare con l'assoluto che si realizza nella dimensione sociale dell'esistenza, attraverso le leggi e le istituzioni di un popolo libero. Quindi lo spirito in senso stretto è spirito soggettivo, che ha a che fare con la realizzazione sociale dell'assoluto attraverso le leggi di un popolo.
Lo spirito in senso ampio è insieme natura, logica, e spirito in senso stretto; coincide con lo spirito come realizzazione del processo triadico.
Spirito in senso stretto: spirito soggettivo, ha a che fare con la polis, con la soggettività .
Spirito in senso ampio:tutto l'insieme di spirito soggettivo, oggettivo e assoluto.
In Hegel non c'è una sequenza evolutiva che porta allo spirito, ma tutti i momenti sono assolutamente contemporanei, non si può dire che quando c'è lo spirito non c'è più la natura o la logica, ma è tutto già all'interno dello spirito stesso. Vi è l'aufhebung, il superamento con la conservazione dei momenti precedenti.
Ci sono tre momenti: spirito soggettivo, oggettivo e assoluto. All'interno di questi momenti vi sono altre triadi interne: (ognuna è tesi-antitesi-sintesi)
Spirito soggettivo: antropologia, fenomenologia e psicologia;
Spirito oggettivo: diritto, moralità e eticità (quest'ultima ha altri tre sottolivelli: famiglia, società civile, stato etico);
Spirito assoluto: arte, religione e filosofia.

Nasce lo spirito soggettivo quando nell'organico comincia a sbocciare in forma embrionale la coscienza dell'individuo. L'antropologia studia i rapporti della vita umana con la natura, con l'ambiente. È il cominciare della vita umana dalla natura, che comincia ad emergere attraverso l'anima.
Superata questa, si a passa alla fenomenologia dello spirito, già studiata. È la manifestazione dello spirito nella storia attraverso sei tappe. Con i due piani dell'assoluto e della coscienza empirica. È quella di cui si è già parlato, ma sul versante del soggetto e non dello spirito assoluto, vi è in evidenza il piano della coscienza empirica ma non quello dell'assoluto.
Nella Psicologia la coscienza diventa conoscenza. Sono queste le tre forme della vita umana: anima, coscienza e conoscenza. Soltanto nella Psicologia la coscienza diventa davvero consapevole di sé, e riconosce in sé stessa la volontà, la libertà. È una volontà che per compiersi non può più rimanere legata allo spirito soggettivo, ma deve uscire da tale dimensione e realizzarsi nella dimensione inter-soggettiva. Acquisendo la libertà, si passa dallo spirito soggettivo allo spirito oggettivo.

La libertà deve realizzarsi inter-soggettivamente, parte dal livello più basso per arrivare al più alto (cioè lo stato etico). Il primo di questi livelli è il diritto, dove la libertà si realizza nelle cose, cioè nella relazione che l'uomo instaura con le cose. E questo è il possesso, il primo livello di realizzazione intersoggettiva della libertà umana. Quando invece il possessore viene riconosciuto anche dagli altri, il possesso diventa proprietà privata. Questo è legittimato dal contratto, che è il segno del riconoscimento della libertà dell'altro. Dal contratto poi si passa al reato, ovvero il non riconoscimento del contratto. Hegel dal reato poi giustifica la pena, la punizione per la violazione del contratto. Nel diritto la pena ha una funzione punitiva.
Si passa, con la pena, dal diritto alla moralità. La pena qui va intesa anche come una funzione edificante, educativa. Per essere educativa, c'è bisogno che venga interiorizzata, in modo che grazie ad essa ci si può migliorare. La morale hegeliana però non è ancora etica, poiché non è ancora inter-soggettiva; la morale è etica dell'intenzione, è una sorta di etica privata. Quando questa verrà condivisa da tutti, si passerà all'etica vera e propria, da cui poi nascerà la società civile e quindi lo stato etico.
Hegel per la prima volta fa una distinzione importante tra la morale e l'etica: la morale ha a che fare solo e soltanto con un mondo interiore.
Il volkgeist diventa stato, diventa non più spirito del popolo, ma spirito del mondo (veltgeist)

Lo spirito oggettivo ha a che fare con diritto, moralità ed eticità. Il primo tipo di soggetto sarà un soggetto giuridico, come depositaria di diritti come quello della proprietà privata. Poi ci sarà un soggetto morale, ed infine un soggetto etico.
Lo stato etico di hegel è etico perché è superiore ai cittadini, non è il singolo che crea lo stato, ma è lo stato che definisce i cittadini. È un valore assoluto, all'interno del quale acquisisce senso ogni altra cosa.
Hegel per la prima volta definisce i principi secondo cui si fonda lo stato moderno: è un qualcosa che non ha nulla al di sopra di esso (anche se negli ultimi tempi si è visto come è nato qualcosa di sovranazionale come l'ONU).
 

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