Pascal
Le opere principali sono le lettere provinciali e i pensieri.
Per Pascal la questione più importante dell’uomo è la questione sul senso della vita. L’uomo è Da-Sein, ovvero Esser-Ci. Non ci limitiamo ad essere, ma esistiamo, in quanti riflettiamo in ogni istante sulla nostra esistenza. Non siamo schiacciati dal presente, ma siamo autocoscienti, siamo in un rapporto distaccato dalle cose.
Pascal è figlio della rivoluzione scientifica, ma non ne trae vantaggi, ma solo una sorta di profondo pessimismo. Il centro della riflessione filosofica di pascal è l’uomo, in quanto il problema dell’uomo è l’uomo stesso.
Pascal ritiene che l’atteggiamento della mentalità comune verso i problemi esistenziali è il divertissement, ovvero il <<divertimento>> inteso come "distrazione, oblio, stordimento di sè nella moltiplicità delle situazioni quotidiane e sociali". Ad esempio, sulla morte, non potendo evitarla, si preferisce tralasciarla, non persarci.
È per questo che per l’uomo è devastante e insopportabile il pieno riposo, poiché induce alla noia, che è la rivelazione dell’insufficienza dell’uomo a se stesso e della sua strutturale miseria.
Ogni volta pensiamo al passato o al futuro, non pensiamo quasi mai al presente. Il presente non è mai il nostro fine, poiché l’essere umano è finalista, e spera sempre che qualcosa accada nell’avvenire.
L’uomo non deve chiudere gli occhi di fronte alla sua miseria, ma deve saper accettare lucidamente la sua condizione. Per Pascal la scienza presenta alcuni limiti strutturali, il primo limite è l’esperienza, in quanto è qualcosa con cui la ragione deve fare i conti. L’esperienza quindi circoscrive i poteri della ragione.
Il secondo limite della scienza è l’indimostrabilità dei suoi primi principi. Infatti non risulta mai possibile la regressione all’infinito dei concetti, sono cose che infatti sfuggono al ragionamento
, che vanno accettate per vere pur non potendo dimostrarle. E la scienza, non potrà mai spiegare le questioni esistenziali. Per Pascal non competono alla scienza le questioni esistenziali, ma appartengono al cuore, ovvero l’esprit de finesse, contrapposta alla ragione, l’esprit de gèomètrie. Quest’ultimo spiega, mentre il primo capisce, comprende quali siano i problemi principali dell’esistenza.
Esprit de gèometrie = ragione scientifica, che ha per oggetto le cose esteriori o gli enti astratti della matematica, e preocede dimostrativamente. Al contrario, lo spirito di finezza ha per oggetto l’uomo e si fonda sul cuore, sul sentimento e sull’intuito. E lo stesso esprit de geometrie ha alla base l’esprit de finesse, appunto per l’indimostrabilità dei principi primi. La filosofia è la spia che si pone i massimi problemi esistenziali, però non li risolve. I filosofia hanno sterilmente indagato intorno all’uomo e tentando di dimostare l’esistenza di Dio. E comunque tali prove sull’esistenza di Dio sono inutili: infatti, in quelle a posteriori, non si dimostra nulla poiché è impossibile partendo dalla bellezza del mondo risalire al creatore.
Le prove a priori, invece, sembrano probanti, ma in realtà il Dio a cui si arriva è solo il dio dei filosofi, è solo un ente logico.
Per tali ragioni non esiste la vera filosofia, se non la meta-filosofia, ovvero una filosofia che riflette sui suoi limiti. Contro chi vorrebbe trovare nell’uomo stesso la spiegazione dell’uomo, Pascal dice che invece la spiegazione al problema dell’uomo si trova soltando in Dio. E, in più, solo il cristianesimo con la teoria del peccato originale è in grado di spiegare al tempo stesso la grandezza e la miseria dell’uomo. Risulta, quindi, la fede, l’unico modo per spiegare cose che la ragione non riesce a spiegare.
Pascal poi elabora la scommessa su Dio, ovvero afferma che si deve scegliere tra il vivere come se Dio ci fosse e il vivere come se Dio non ci fosse. Bisogna quindi capire quale scelta sia più conveniente, e dato che si vince tutto e non si perde nulla, è sempre meglio scommettere sulla sua esistenza, in quando se non esiste si perderanno solo i beni finiti e i vizi terreni, mentre in caso di vincita si guadagnerà la vita eterna nell’aldilà. La vincita, infinita, è immensamente superiore alla posta, finita.