Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 4 di 37

CAPITOLO 4

Pinocchio trovò una bicicletta e la fece sua, ma presto si accorse che i pedali erano duri da smuovere. La bicicletta era un “chiodo”.

Giunto dinanzi a casa, Pinocchio trovò l’uscio di strada socchiuso. Infatti, l’uscio, era di chiare origini romane. Pensate che per non fare entrare nessuno urlava a gran voce:-So-cchiuso, so-cchiuso!
Pinocchio lo spinse, entrò in casa e cercò di riposare. In quel mentre, o in quel ventre direbbe una donna in cinta, fu turbato da uno strano vocio: -CRI’-CRI’-CRI’! –Chi è che mi chiama, io sono Pinocchio non Cristiano- Disse il burattino. E di nuovo per incanto…-CRI’-CRI’-CRI’!- -Uffah! Ma chi è che verseggia strane parole all’inbrunir della sera, oh perbacco! –Sono io- Pinocchio si voltò e vide un grosso grillo che saliva per il muro.
PINOCCHIO: -Dimmi, grillo: e tu chi sei?-
GRILLO: -Io sono Beppe il grillo parlante, scrivi “acqua”; sbagliato riprova e controlla!
PINOCCHIO: -Ma perché fai crì-crì?-
GRILLO: -Sto chiamando il mio criceto, è da giorni che non lo vedo.
PINOCCHIO: -Dovresti portare gli occhiali-
GRILLO: -Si, ma il problema è che non so dove devo portarli-
PINOCCHIO: -Non ti ho mai visto prima grillo, è da poco che vivi qui?-
GRILLO: -Infatti, sono di origini toscane, a Firenze mi chiamano il “grullo” parlante. Ho dovuto fare tanta strada per venire qui da te. Ho fatto anche molti incontri; proprio ieri sera mentre mi accingevo ad attraversare il fiume, vidi un compasso quasi annegato e allora lo salvai per compassione. Portavo sempre una biro, la tenevo nell’orecchio destro, poi disgrazia fu che questa biro servì ad un mio parente per fare una rapina. Morale della favola il giudice diede alla mia povera biro il massimo della…Penna.
PINOCCHIO: -Ma non hai nessun parente in Toscana?-
GRILLO: -Purtroppo no, l’unico che mi era rimasto era il mio padrone, una brava persona. Ma disdetta fu che lo mangiarono i cannibali, era un “pezzo di pane”.
PINOCCHIO: -Ma è vero che un nobile a Firenze si fa dare del “voi” anche se vive da solo?-
GRILLO: -E’ un’usanza tradizionale toscana usata dalle vedove, o dai vedovi, per non soffrire di solitudine. Cambiando discorso; oggi sono andato trovare mia zia che lavora alla mensa di un convento. Pensa che, data l’aria che tira, in questo con-vento fa sempre freddo…Ma la cosa incredibile è che tutti quelli che vivono li dicono sempre per ogni situazione: “Come si…suor dire”…
PINOCCHIO: -Hai l’aria di essere un personaggio molto saggio, purtroppo non sei un fiore altrimenti avrei detto che eri anche molto “colto”.
GRILLO: -Beh, non hai tutti i torti, mi sono laureato alla Galleria degli Uffizi a Firenze, anche perché in platea non c’era più posto. Pensa che una volta presi una storta mentre studiavo “diritto”.
Voglio lasciarti con una massima di saggezza che porto dietro al mio bagaglio culturale: Un giorno un tizio si recò in una pellicceria per acquistarne una di lupo bianco. Il lupo era contrario, ma fu costretto a rinunciare al suo manto argentato.
Quando il tizio pagò la pelliccia, si precipitò a casa per portarla alla moglie. Ma nel tragitto un colpo di vento per poco non fece volare la pelliccia dal ponte del paese, il tizio riuscì a stento a salvarla. Morale della favola: Il lupo perde il pelo, ma non il tizio…

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