Filosofia: schemi e mini-riassunti III liceo

Marx

  • Inizia dalla sinistra hegeliana per poi staccarsi definitivamente.
  • Entra a pieno titolo la storia all'interno della sua filosofia.
  • Quest'ultima è ora una filosofia della prassi, una riflessione critica finalizzata alla trasformazione del'esistente, e non più una filosofia idealistico-contemplativa.
  • Critica Hegel per aver perso la dimensione pratica all'interno della sua filosofia.
  • La prassi marxiana è una dimensione storico-genealogica: ha a che fare sia con la storia, sia è dietro a ciò che si vuole spiegare (genealogica).
  • La filosofia di Hegel in realtà è un ideologia, una rappresentazione illusoria e rovesciata della realtà.
    L'ideologia si ha quando la filosofia si dà come una manifestazione successiva (superfetazione), ma dipende da qualcosa che si trova al di sotto (le radici storico-materiali).
  • Uno dei meriti di Hegel è la concezione antropogena del lavoro, ma il problema è che non ha colto gli aspetti negativi del lavoro nelle fabbriche concentrandosi solo sul lavoro astratto.
  • Critica Feuerbach in quanto nella sua filosofia manca la storia, non è prassi la sua filosofia.
  • C'è un Materialismo storico e dialettico nella filosofia di Marx, mutuando la dialettica da Hegel stesso.
  • Materialismo storico e dialettico, diviso in: struttura e sovrastruttura.
  • La struttura è il livello primario dell'organizzazione socio-economica. Può essere capitalistica, medievale, pre-capitalista, etc.
  • La sovrastruttura è ciò che ha a che fare con la cultura, l'ideologia, etc.
  • Il rapporto tra queste due non è monocausale: la sovrastruttura può modificare la struttura dalla quale è emersa.
  • Individua il meccanismo fondamentale del capitalismo: lo sfruttamento, ossatura portante di tutto il sistema.
  • Marx passa dal socialismo utopico al socialismo scientifico.
  • Il plusvalore è il cuore pulsante del capitalismo: si tratta di quella parte di lavoro non pagata dal capitalista al lavoratore. È il modo di garantirsi la forza lavoro fornendo solo il necessario per il sostentamento dell'operaio.
  • La storia è dialettica in quanto lotta di classe. Per Marx la lotta di classe tra borghesia e proletariato è l'ultima di queste lotte, e il comunismo è la sintesi definitiva, con l'affermazione del proletariato.
  • Lo stato nel comunismo autentico verrà riassorbito spontaneamente: democrazia diretta.

 

Positivismo e Comte

  • Il positivismo, che nasce in Francia, esalta la scienza, la quale diventa il centro dentro al quale ruota tutta la visione del mondo.
  • Conserva, il positivismo, un attegiamento metafisico nei confronti della scienza. Si pone la scienza al posto dello spirito delle filosofie idealistiche.
  • Metodo scientifico, delle scienze naturali: nometetico, pone e cerca delle leggi generali.
    Metodo delle scienze dell'uomo: ideografico.
  • Comte vuole applicare questo metodo non solo alle leggi della natura ma a tutte le scienze.
  • Il positivismo non si può separare dalla mentalità evoluzionistica. Qualcosa che si trova su un gradino più basso della sequenza evolutiva è inferiore rispetto agli altri superiori. Al termine di questa sequenza evolutiva, per Comte, c'è la sociologia, e in generale la civiltà europea.
  • L'evoluzionismo filosofico nasce dalla concezione scientifica di Darwin. L'evoluzionismo positivistico è l'estensione al mondo della natura e del sociale del concetto di storia elaborato nell'idealismo romantico, considerando la storia come un processo di sviluppo necessario che corre verso il progresso.
  • Positivo per Comte: positivo è ciò che è reale, e positivo è ciò che si può conoscere scientificamente.
  • La sua filosofia ha il centro nella legge dei tre stadi, che corrisponde alla sequenza evoluziostica, attraverso la quale Comte legge la storia dell'umanità.
  • È irreversibile, raggiunto uno stadio non si può tornare indietro.
  • Stadio teologico o fittizio -> Stadio metafisico o astratto -> Stadio positivo o scientifico.

 

Nietzsche

  • Le opere di Nietzsche venivano mistificate fino all'avvento nel '64 delle edizioni critiche dell'opera omnia di Nietzsche da parte di Colli-Montinari. Venivano mistificate sia da un punto positivistico (dove la filosofia di Nietzsche era generata dalla sua malattia) o nazificate.
  • Con Nietzsche muore la filosofia sistematica (per Nietzsche un pensiero sistematico è un pensiero narcotizzato), e diventa invece interpretazione delle vita, ermeneutica.
  • Nietzsche inizia la sua attività come filologo, producendo però un opera ibrida, "la nascita della tragedia", dove già si trovano alcuni elementi speculativi e critici, con la nascita della tragedia inizia il cosiddetto periodo giovanile.
  • L'opera è una sorta di critica della cultura, e Nietzsche analizza la tragedia greca con canoni completamente diversi da come era stata interpretata fino ad ora. Parte da due coordinate fondamentali, lo spirito apollineo (la poesia e la scultura) e quello dionisiaco (la musica).
  • La volontà di Schopenhauer non viene più negata, e la vita non va quindi negata nell'arte, ma essa "giocando con se stessa" si giustifica nell'esistenza. Viene quindi affermata in quanto dolore e irrazionalità.
  • Scrive quattro considerazioni inattuali, e la seconda fa una forte critica alla storia. La storia può essere dannosa all'uomo quando viene oggettivata, così come facevano gli Storicisti (e non invece l'atteggiamento storico come in Marx). Non esistono verità assolute, e la storia non va idolatrata, in quanto non si può conoscere il fatto oggettivo ma solo interpretazioni.
  • Con il periodo illuministico o prospettico, l'argomento al centro di tutto è la scienza e non più l'arte. La scienza non è vista nel senso dei positivisti, ma nel senso originario degli illuministi.
  • La scienza, secondo Nietzsche, non può quindi produrre verità assolute, in quanto afferma proprio che non ci sono verità assolute.
    Il metodo scientifico di Nietzsche è un metodo critico, nonché storico-genealogico: non ci sono realtà storiche immutabili, ma tutto deriva da un qualcosa che lo ha prodotto, che non è metafisico, ma è umano, "troppo umano".
  • Per "morte di Dio" Nietzsche intende la caduta di tutte le prospettive metafisiche; volendo colpire sia l'atteggiamento teologico-metafisico, sia tutte quelle credenze religiose che l'umanità ha elaborato.
  • L'oltreuomo è colui che è capace di accogliere gioiosamente, tragicamente, la notizia della morte di Dio.
  • Il nichilismo è determinato dalla morte di Dio: è l'avvento del non-senso, e l'esistenza appare all'uomo comunque come un non-senso.
  • L'oltreuomo risponde alla caduta delle certezze con l'accettazione attiva (tragica) del nichilismo, e non andando a cercare di creare nuovi assoluti o nuove certezze. Non cerca di dare un senso a qualcosa che non ha di per sé un senso.
  • Diventa, l'oltreuomo, pura forza poietica (creatrice), in quanto è libero di creare valori nel nuovo delle certezze, a partire dal nulla. L'esistenza è una continua affermazione di sé come non-senso, non c'è una precisa realtà.
  • I valori in Nietzsche assumono un nuovo significato, che desume a partire da una domanda fondamentale: "qual è il valore dei valori?".
    Tutto nasce a partire dal trasformismo biologico darwiniano (l'evoluzione della specie) e il meccanismo a-valutativo della selezione naturale: i valori non sono altro che delle forze meglio adattate all'interno di una ben determinata forma di vita.
  • Il rapporto tra i valori e le forme di vita (cioè i contesti che li generano) è un rapporto genealogico, ovvero funzionale e gerarchico. I valori sono le funzioni di una precisa forma di vita, e sono forze vincenti che hanno avuto la meglio su altre forze.
  • La volontà di potenza è lo spazio genetico di quella gerarchia genealogica che crea valori, e non ha nulla di divino, ma è tutta umana e storica. È un campo di forza vitali che si trova alla base della vita, e la vita stessa è volontà di potenza.
  • Nietzsche con la teoria dell'eterno ritorno dell'uguale avanza una nuova visione del tempo, affermandone la figura circolare, che gli permette di affermare l'esistenza come fenomeno innocente (circolare) e come tale privo di senso.

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