Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 13 di 37

Forse penserete che questo non c’entra nulla con la favola. Ma in fondo dovevo pur fare la battuta…
Una signora aveva appena acquistato delle belle valigie. La mattina seguente si sveglia, va nel salotto e si accorge di non avere più le valigie. Ebbene si, la donna è stata appena svaligiata.

Dopo che il povero Pinocchio aveva fatto commuovere Mangiafuoco, le cose si fecero più semplici:
PINOCCHIO: Le consiglio di non impietosirsi troppo perché quando lo fa l’aria diventa irrespirabile.
MANGIAFUOCO: Sei così simpatico che quando ti ascolto mi dimentico i brutti momenti della vita. Devi sapere giovanotto che oltre ad essere molto brutto, porto pure il doppio mento e quando devo prendere il treno mi tocca pagare il “supplemento”.
PINOCCHIO: Se devo essere sincero e lei mi permette di fare un “commento”, sappia che io del mio aspetto non mi “lamento”; anzi guardo lei e non mi “sgomento”. Un “momento”, adesso che la osservo meglio mi pare che al posto del viso lei tenga un “armamento”.
MANGIAFUOCO: Come ti permetti di prendermi in giro, villanzone! Adesso basta, prima mi avevi commosso, ma ora te la farò pagare!
PINOCCHIO: Ma io non la volevo offendere, amo così tanto la poesia che ho voluto dedicarle dei versi. Senta questi versi e poi mi dica cosa ne pensa: Bleah!, Blouh! Bleah! Bleah!
MANGIAFUOCO: Oh povero me, non mi sono mai divertito tanto. E va bene caro Pinocchio, vorrà dire che per cucinarmi la cena mi servirò di altra legna. Presto, gendarmi, portatemi qui quel ruffiano di Arlecchino.
Figuratevi il povero Arlecchino! Fu tanto il suo spavento che ne passò di tutti i…colori. Pinocchio, alla vista di quello spettacolo andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e cominciò a supplicarlo.
PINOCCHIO: Pietà, signor Mangiafuoco, non bruci Arlecchino. Ci sono un sacco di altre marionette; guardi per esempio quei tre la in fondo, hanno un aspetto regale, si serva di loro.
MANGIAFUOCO: Spero proprio che tu abbia ragione. Forza voi gendarmi portatemi quei tre dall’aspetto regale.
La cosa suscitò subito un gran putiferio e quando i tre burattini arrivarono davanti a Mangiafuoco, uno di loro lo implorò seriamente: -No signor burattinaio, la prego non bruci anche me, loro si, sono dei Re, ma io no…Sono un…Mi.-
Non vi dico cosa accadde dopo.
Il burattinaio fece una scorreggia così grossa che fu multato per inquinamento acustico. Il vicinato, credendosi vittima di un attentato, scappò via a gambe elevate e siccome erano tutti dei matematici, le gambe erano elevate alla seconda.
L’aria diventò viziata a tal punto che fu tolta ai genitori per i troppi vizi.
Tutti i burattini furono ricoverati in rianimazione per intossicazione.
Alcune ore dopo e quando ognuno dei nostri protagonisti fece ritorno al teatrino, Pinocchio si complimentò per la bontà di Mangiafuoco.
–Sei proprio un bravo ragazzo- Disse Mangiafuoco. –Sei veramente in gamba! Io al contrario perderei la mia personalità in un fienile.
–Eh già- Disse sogghignando Pinocchio. –Sarebbe come cercare un…Ego nel pagliaio.-
-Dunque la grazia è fatta?- domandò Pinocchio con un fil di voce che a lungo andare gli scucì tutto il maglione.
-La grazia è fatta!- rispose Mangiafuoco. -Pazienza! Per questa sera mi rassegnerò a mangiare un polipo. Devo solo aspettare che torni a casa, purtroppo ci impiegherà un bel po’ è andato a fare la “manicure”.
Il giorno dopo Mangiafuoco chiamò in disparte Pinocchio e mosso a compassione lo riempì di regali.
MANGIAFUOCO: Non ho mai conosciuto nessuno come te. Ho così deciso di farti dei doni. Questo è un cellulare, lo porterai al tuo babbo e gli dirai che per sbloccarlo dovrà inserire il codice PIN-OCCHIO.
PINOCCHIO: Beh, signor burattinaio, il telefonino lo posso anche accettare ma il pallone no. Ho l’impressione che sia un tossico: si buca facilmente…
MANGIAFUOCO: E pensare che ho dovuto sudare per averlo; sono andato fino a Parigi per comprarlo ed era pure l’ultimo…L’ultimo “Tango” a Parigi.
Spero almeno che ti piaccia questa scacchiera. Per tanti anni è stata la mia “dama di compagnia”.
PINOCCHIO: Si, va bene, ma preferisco il cavallo del museo con il balsamo nella criniera. Così non mi resta che fargli uno shampoo, tanto è già imbalsamato…

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