Carl Marx

Marx ed Engels hanno preso parte alla cosiddetta sinistra hegeliana. Dal 50 in poi si dissoceranno dalle tesi della sinistra hegeliana e daranno vita ad un percorso autonomo. Feuerbach sicuramente aiuterà molto Marx ad affrancarsi da Hegel e dai giovani della sinistra hegeliana.
Nella praxis marxiana entra a pieno titolo al storia, e la sua filosofia non è più idealistico-contemplativa, ma è una filosofia della prassi, è una riflessione critica, analitica, sempre finalizzata alla trasformazione radicale dell'esistente. 
Marx nel criticare Hegel individua un punto di discussione molto più complesso, che è quello della prassi, criticando il fatto che Hegel ha perso l'idea della dimensione pratica, concentrandosi invece soprattutto sull'astratto. Dirà, Marx, che sebbene ci sia uno scarto tra teoria e prassi, ma ciò non ha a che fare con un dualismo sostanziale. Si tratta, in fondo, di due facce di una stessa realtà da concepire come un unità.
In un primo scritto, del '44, Marx critica Hegel muovendosi sullo stesso piano di Feuerbach, ovvero quello riguardo i rapporti di predicazione tra astratto e concreto. Dice Marx, che la filosofia di Hegel è una filosofia ricca di dati empirici, che però sono acquisiti tutti acriticamente, manca un confronto con la storia. Per Marx, si può superare la divaricazione tra teoria e prassi, bisogna utilizzare entrambe queste due, senza concentrarsi solamente sull'una o sull'altra.
Il sistema hegeliano è il frutto di un inversione speculativa; per risolverla è necessario individuare le radici storiche, materiali, ed economiche, di tale inversione.
La prassi marxiana è una dimensione storico-genealogica. Storica perché ha a che fare con le radici storico-sociali, ma genealogica perché è sempre ciò che è dietro a ciò che si vuole spiegare (come l'hegelismo).

Criticare Hegel significa smascherarlo, riuscire a smascherare la vera radice dell'inversione speculativa. Perché in realtà la filosofia di Hegel è un ideologia? È una rappresentazione illusoria e rovesciata della realtà. Illusoria perché è inconsapevole delle vere ragioni storico-materiali che l'hanno generata. 
L'ideologia si ha quando la filosofia si dà come una manifestazione successiva (superfetazione), ma che dipende da qualcos'altro che si trova al di sotto (le radici storico-materiali). Questa ideologia non è però consapevole di sé, e di dipendere dalle forze che l'hanno generale. L'ideologia è questo rappresentando la realtà in maniera illusoria inconsapevole delle sue radici, non è consapevole di essere il prodotto di tale esistente.
Marx non è così incapace di mettere comunque in evidenza quelli che sono i meriti di Hegel e di Feuerbach. Uno dei meriti della filosofia hegeliana, ad esempio, la concezione antropogena (umanizzante) del lavoro, il quale ha e deve avere a che fare con lo sviluppo spirituale dell'uomo.
Il problema di Hegel è che però ha parlato di un lavoro astratto, non cogliendo invece gli aspetti negativi del lavoro nelle fabbriche. 
Marx criticherà l'idea di antropologia e soprattutto del concreto di Feuerbach. Per Feuerbach, infatti, il concreto è ancora un wesen, un essenza, il quale si presenta all'intuizione. Manca la storia, non è come si presenta all'uomo, non è prassi, non è concreta attività umana. La storia è la carne stessa del nostro modus essendi, ed è per questo che de-storificando, il concreto rimane ancora solo un essenza.
Inoltre, l'essere umano è sempre e per forza condizionato dal passato. 

C'è in Marx un materialismo storico e dialettico. La dialettica Marx la riprende da Hegel. In Hegel ha a che fare con lo svolgimento processuale e triadico dell'assoluto; mentre in Marx diventa il fondamento della processualità storica. È la chiave attraverso la quale si può leggere il processo storico.
La dottrina materialistica di Marx si compone di due elementi fondamentali: struttura e sovrastruttura. Spesso i seguaci di Marx hanno mal interpretato questa dottrina, in quanto non va letta in termini deterministici, ma in termini dialettici. 
La struttura per Marx è il livello primario dell'organizzazione socio-economica di una determinata società. Quindi, ad esempio una struttura può essere capitalistica, precapitalistica, medievale, etc.
La sovrastruttura è invece ciò che ha a che fare con la cultura, l'ideologia, l'immagine del mondo prodotta da una determinata società. 
Il rapporto tra struttura e sovrastruttura non è da intendersi come rigidamente mono-causale. Secondo Marx, la sovrastruttura a sua volta può determinare la struttura dalla quale è emersa.
Marx va ad analizzare, "critica" nel senso kantiano del termine, la struttura capitalistica. Individua, per la prima volta, il "marchingegno fondamentale" del capitalismo. Si allontana dal moralismo degli economisti classici, spiegando che lo sfruttamento non è un elemento accidentale, ma è l'ossatura stessa su cui si fonda il sistema. Tolto lo sfruttamento viene meno l'intero sistema capitalista.
L'approccio di Marx è un approccio scientifico. Si passa dal socialismo utopico al socialismo scientifico.
Individua il cuore pulsante del capitalismo nel plusvalore, da cui deriverà poi lo sfruttamento.
Il profitto del capitalista non si identifica con il plusvalore, ma è dipendente da esso. Ha a che fare con quella parte di lavoro non pagata dal capitalista al proprio operaio. Ad esempio, si lavora 12 ore, ma ne vengono pagate solo 8-9.
È un modo per garantirsi la forza lavoro dell'operaio, fornendo il necessario per il sostentamento dell'operaio il quale altrimenti non avrebbe le forze per lavorare. È il plusvalore che provoca l'inesorabile pauperizzazione della classe operaia. 
Secondo Marx la storia è sempre storia di lotte di classe. È per questo che la storia è dialettica. Secondo Marx, con il proletariato, la lotta di classe tra borghesia e proletariato è l'ultima di queste lotte, ed il comunismo è la sintesi definitiva. 
Il proletariato, per Marx, vincerà sulla borghesia, ma non troverà più nessun altra classe ad opporsi. 
Ci sono due fasi attraverso cui si svolgerà questa rivoluzione totale proletaria. Nella prima il proletariato vincerà sulla borghesia, successivamente ci sarà l'affermazione del comunismo autentico, puro; che lo distingue dal comunismo rozzo.
Lo stato, nel comunismo autentico, non servirà più, verrà riassorbito spontaneamente dalla società civile. Si tratta, quindi, di una democrazia diretta. 

La libertà per Marx non può essere tale senza giustizia sociale, senza uguaglianza. Senza giustizia sociale la libertà è una favola borghese.
Lo stato è per Marx una sovrastruttura, la vera democrazia consiste nel riassorbimento dello stato nella società civile.
 

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