La promessa della biologia sintetica

Gli scienziati sono vicini alla possibilità di creare vita dal nulla, con possibili conseguenze sia negative che positive.

“Ho visto il futuro,  ed ora è arrivato”.

Sono queste le parole che mi tornano in mente e che ho sentito di recente da Craig Venter, tra coloro che guidano la nuova area della genomica e della biologia sintetica.
Ogni volta che sento un discorso su questo argomento , è come se una nuova soglia, nella manipolazione artificiale e, ultimamente, nella creazione della vita fosse stata superata.
Prendiamo in considerazione solo alcuni dei progressi scientifici fatti dal J Craig Venter Institute.

Nel 2003 i suoi ricercatori hanno creato una versione sintetica del batteriofago phiX174.
Nel 2007 hanno trasformato, con successo ,una specie di batteri in  un altro tipo  attraverso la tecnica del trapianto di genoma.
Più di recente, hanno sviluppato metodi per l'assemblaggio completo  e di sintesi del genoma del batterio Mycoplasma genitalium.

Alla luce di oggi le tecniche sviluppate  nel 2001 di sequenziamento del genoma umano sembrano preistoriche. Non solo  ma il costo e la velocità del sequenziamento si sono evoluti più rapidamente di quelli dei microchip per  i computer, ma la capacità di utilizzare sia la chimica  che la biologia  per sintetizzare nuovi organismi complessi ha subito una rivoluzione negli ultimi cinque anni.

Informazioni  incorporate in sequenze di geni sintetici possono essere ora impiantate in cellule estranee per produrre proteine, queste  proteine, a loro volta, formano nuove copie di funzionamento della vita-tipo il cui manuale di istruzioni è  accluso nelle  sequenze.
Venter  lo chiama ciclo del "software che crea il proprio hardware."
Mi aspetto di apprendere al più  presto ,da parte della comunità scientifica, la notizia della creazione, avvenuta con successo ,della prima   forma di vita completamente artificiale, costruito da zero e non  in vivo.

Di nanotecnologie  ed di semiconduttori  se ne parla da più di un decennio, ma credo che  non sia nulla in confronto della capacità delle biotecnologie di trasformare la vita e la società.

Immaginate l'aiuto che avrà madre natura che verrà supportata nella  progettazione di sistemi viventi in grado di eseguire compiti  che normalmente non si trovano in natura, dai microbi che producono benzina o che si nutrono di anidride carbonica, a quelli in grado di creare organismi in  plastica non biodegradabile destinati alla chirurgia od organismi in grado di operare   strategicamente sulle cellule del cancro.

Mi aspetto che entro 50 anni l'economia mondiale non sarà guidata da informazioni generate dal computer, ma da un software generato biologicamente.

Naturalmente, come  direbbe “l'uomo ragno”, con un potere così grande si hanno  anche grandi responsabilità. Gli hacker sono in grado oggi di creare “virus”  che periodicamente disattivano grandi reti telematiche. Con la semplicità con cui si è capaci di creare sequenze di DNA  è cresciuta la paura   che hacker del DNA, fatto in cantina, potrebbero terrorizzare il mondo, intenzionalmente o accidentalmente, per ricreare il virus Ebola o l'influenza  del 1918.

Ciascuno di tali organismi di malattia ha un codice genetico di gran lunga inferiore a quello del M. genitalium recentemente sintetizzato. Si potrebbe anche immaginare che producano, di nuovo, o magari involontariamente,  virus che sono immuni ai vaccini già esistenti.
Alcuni possono temere l'esistenza di una nuova forma di vita che potrebbe attaccare qualunque essere vivente sulla terra, o  per lo meno la vita umana. Questa paura è probabilmente fuori luogo. La vita è sopravvissuta per più di tre miliardi di anni perché è forte, e  sono poche le mutazioni genetica che facilmente  possono superare in astuzia i meccanismi di difesa costruiti attraverso l'esposizione ad agenti potenzialmente patogeni che si sono susseguite dalla notte dei tempi.

Venter  trova piuttosto convincente la teoria secondo cui è molto più probabile che  emergano nuove malattie naturali che sono una minaccia  ben maggiore  rispetto al fatto  che si possano avere nuove malattie di natura artificiale.

Tuttavia, ci sono stati, fino a poco tempo fa, pochi controlli sulla riproduzione illimitata di informazioni genetiche.
Visto che  la capacità di sintetizzare complessi sistemi biologici è aumentato ,la comunità scientifica, d'altro canto però,  ha messo in atto un sistema volontario di restrizioni,come succede  ad  esempio, nell'adempimento degli ordini commerciali  che hanno come  scopo la produzione di sequenze genetiche che corrispondono a parti di organismi potenzialmente letali.

Allo stato attuale, il know-how tecnologico connesso con lo sviluppo di laboratori di biologia sintetica  con scopo terroristico è probabilmente al di là delle reali possibilità anche  della rete terroristica più sofisticata.

Inoltre, è importante non  tralasciare il timore di Armageddon  ma limitare il lavoro scientifico  a beneficio dell'umanità.
Ho sempre  avuto la certezza che, a prescindere  dal fatto che la ricerca scientifica viola  le abitudini  universali umane, quando  però si  tratta di applicazioni tecnologiche, quello che può essere fatto deve essere fatto.
Il tentativo che dobbiamo fare è rigorosamente di anticipare quello che potrebbe verificarsi in modo che possiamo minimizzare i rischi e massimizzare i benefici. Abbiamo bisogno  di una società capace di camminare verso il futuro, non importa quanto possa spaventare , mantenendo gli  occhi aperti  e stando al passo  con  la tecnologia.

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