Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 22 di 37

In un piccolo borgo di periferia vivevano due becchini. Era loro consuetudine, di sabato, recarsi al tabacchino per giocare i numeri al “lutto”…

Nella casa della fatina ci fu scompiglio a causa del lampadario. Siccome questo ultimo era stato ricoverato in ospedale, nella casa andò via la luce. Ma d’altronde, il lampadario, doveva  togliersi un brutto “neon”…
Quando il povero Pinocchio si riprese dall’ultima avventura vissuta, la fatina gli diede da mangiare il minestrone che, nonostante era “passato”, andava sempre di moda. Quel giorno Pinocchio mangiò così tanto, che lo stomaco dovette assumere degli operai interinali per smaltire il cibo!
PINOCCHIO: Oh grazie cara fatina. Grazie signor Fato. Mi avete proprio “fato” un favore a farmi accorciare il naso. Adesso posso di nuovo mettermi le dita nelle narici. Prima dovevo chiedere aiuto agli abitanti di fronte, ecco.
FATINA: Va bene Pinocchio, sono felice per te. Ma adesso devi studiare, così quando sarai grande andrai sulle navi e sarai “l’albero maestro”.
PINOCCHIO: Vorrei tanto riabbracciare il mio babbo. Mi ricordo quella volta che era estate e faceva molto caldo. Non ne potevo più, così chiesi al mio babbo di regalarmi un motorino. Babbo Geppetto mi rispose: -Stai “fresco” che te lo regalo- Non ti dico che sollievo…
FATINA: Se sarai buono il tuo babbo ti verrà a cercare. Ho saputo che a Geppetto sono state commissionate quattro scale da costruire. Adesso il lavoro è in “salita”!
PINOCCHIO: Ho trovato un topo nel groviera, l’ho beccato solo perché non trovava un “buco” per nascondersi.
FATINA: Pensa che sfortuna! Io invece, siccome giocavo con la trottola, mi sono accorta che essa diceva le bugie. Ho così deciso di trasformarla in “frottola”.
Oh povera me! Guarda i miei capelli! Mi vanno davanti agli occhi.
PINOCCHIO: Consolati mia cara fatina, pensa a quanti te ne vanno “dietro” agli occhi…
Dovete sapere, cari lettori, che la fatina era così maniaca del pulito che guai a offrirle un caffè “macchiato”…
Quando il burattino seppe che il suo babbo lo stava cercando, uscì di casa e gli corse incontro. Nel tragitto incontrò due donne appena uscite dalla parrucchiera.
–Dai forza!- Esclamò una delle due –Sono così stanca che quasi quasi mi siedo sul marciapiede, d’altronde il cartello dice: sosta “permanente”…-
Pinocchio guardò proprio sul marciapiede, e nel vedere un sacco di gente esclamò: –Deve essere  opera di Babbo Natale, al marciapiede ha portato un sacco di pe-doni.-
Finalmente la corsa riprese e si arrestò solo davanti a due sub che tranquillamente stavano consumando un caffè in un palom-bar del centro. Sulla balconata del “caffè” vi era un pugile che, per aiutare la moglie, le dava una mano a “stendere” il bucato.
Ma quando il burattino si incamminò per il bosco, ecco spuntare dal nulla un grande bisonte bianco. Subito dopo eccoti arrivare indovinate chi? Proprio loro, il gatto e la volpe.
VOLPE: Guarda chi si rivede! Gli amici si vedono sempre nel momento del “bisonte”. Ci hai lasciato all’osteria come due stoccafissi, stiamo ancora bevendo del buon chinotto.
PINOCCHIO: Uhmm che buono! Me ne date un sorso?
GATTO: Eh no! Ci dispiace, chinotto e chi…niente… Abbiamo dovuto tenere la nostra cagnetta in casa, era in calore, così abbiamo risparmiato sul riscaldamento!
PINOCCHIO: Ma spiegatemi il motivo di quei bernoccoli che vedo sul vostro capo.
VOLPE: Tutta colpa della pubblicità, ultimamente è troppo “martellante”…
Tu piuttosto dove sei diretto? Non dirmi che vai anche tu a trovare Biancaneve?
GATTO: Perché le è successo qualcosa di spiacevole?
VOLPE: Ultimamente era piuttosto nervosa. Ha comprato un cucin’otto ma ha solo sette nani, pensa che la abbiano fregata. I suoi nani vogliono sempre giocare a “palla avvelenata”, questo la rende molto nervosa.
PINOCCHIO: No, non vado da Biancaneve. E poi non la sopporto proprio. Una volta mi ha invitato a pranzo. Mentre bevevo l’acqua gasata la sentii rimproverare vivacemente i nani: -Forza chiudete la bottiglia! Possibile…Sette nani e neanche un “tappo”!- Poi tempo  fa la incontrai con una pelliccia, proprio lei che ama tanto gli animali, dice.
VOLPE: Ma su via. Era una pelliccia ecologica, di “marmotta” catalitica. C’è di peggio in giro. Questa mattina sui giornali si leggeva che l’Irak vuole attaccare il Qatar usando un antibiotico! Che fai vieni con noi?
PINOCCHIO: Io aspetto il mio babbo, deve arrivare qui di momento in  momento.
Alla fine i due imbroglioni convinsero il burattino ad andare con loro ed il povero Pinocchio raccontò le sue ultime disavventure fino all’impiccagione sulla grande quercia ad opera degli assassini.
VOLPE: Beh, se dobbiamo essere sinceri, abbiamo visto il tuo babbo che camminava scalzo. E’ stato denunciato “a piede libero”. Ma ora le tue disgrazie sono finite. Ti porteremo al “Campo dei miracoli” e le tue monete d’oro diverranno mille e due mila.
GATTO: E poi c’è da domandarsi come mai, se l’Italia è uno stivale, c’è gente che va in giro scalza?..
Quando finalmente i tre personaggi si incamminarono per il Campo dei miracoli, fece loro compagnia una strana mucca con un campanello tutto nuovo.
–Che peccato!- Esclamò il bovino –Avere un così bel campanello e non possedere neanche una porta…-
-Perché vieni con noi?- Domandò Pinocchio,
-Purtroppo a casa non so cosa fare; ho comprato la panna da montare, ma nella confezione si sono dimenticati i “pezzi”…-
Strada facendo i nostri amici dovettero chiedere delle delucidazioni riguardo al luogo del  famoso campo. Non vi dico che strani incontri gli toccò fare per avere delle informazioni! In primo luogo si imbatterono nei soliti nipotini di Paperino:
PINOCCHIO: Sapete dirci quanto dista il Campo dei miracoli?
NIPOTE QUI: Ma tu guarda che cosa abbiamo appena letto su di un cartello… Sul dorso vi era scritto: “Voi siete qui”. Ci deve essere sicuramente un errore, io sono Qui; i miei fratelli sono Quo e Qua…Roba da matti! Comunque non sappiamo nulla. Da poco tempo viviamo in questo luogo, anche se io sono “Qui” da quando sono nato. Mio fratello anche se è Qua, a volte sta di la e quindi, spiacente per voi, adesso dobbiamo proprio tornarcene a casa.
Quando Pinocchio, il gatto e la volpe ripresero il cammino, si accorsero che la strada da fare era molto lunga, decisero così di chiedere un passaggio ad un furgone che arrivava da lontano.
Il furgone trasportava carrozzini e vari articoli per bambini. Era stracolmo di roba ed alla domanda: -Può per favore darci un passaggio?- Il conducente rispose con un sorriso: -Al massimo posso darvi un “passeggino”…-
Finalmente i tre incontrarono la soluzione al loro problema.
Una talpa conosceva così bene quel luogo, che li avrebbe condotti al Campo dei miracoli “ad occhi chiusi”.
Dopo aver camminato una mezza giornata, arrivarono a una città che aveva per nome “Acchiappa l’idiota, tre idiozie al prezzo di sei”. Appena entrati in città apparve loro uno spettacolo raccapricciante! I cani belavano e le pecore lavoravano a maglia, le quali rimaste denudate arrossivano per la vergogna.
I cavalli si rosicchiavano le unghie e le galline urinavano in festa contro il muro.
Il polipo era impegnato in varie attività ma, poverino, aveva solo “otto mani”.
I pavoni stavano di schiena e gli altri facevano la “coda” per entrare nei locali.
Le anatre vivevano nei water, erano le famose anitre “wc”. Le verdure del paese dormivano tranquillamente sulle reti “ortopediche”.
In mezzo a tutta questa folla di assurdità, passavano di tanto in tanto alcune persone che se le davano di santa ragione. Si picchiavano per un biglietto non a caso della…lotte-ria. Da lontano si scorgeva una scimmia che teneva in bocca il piede di un brocco calciatore, il famoso “piede a banana”. E che dire delle renne del paese. Non volevano più ubbidire a Babbo Natale; erano grandi, adesso erano maggio-renne! 
-Ed il campo dei miracoli?- Domandò perplesso il burattino.
–E’ qui a due passi!- Rispose il gatto.
Poco prima di raggiungere il sospirato “luogo” dei miracoli, i tre personaggi decisero di fermarsi in un bar a riposare.
–Che silenzio!- Esclamò Pinocchio.
–Per forza…E’ un “piano bar”- Rispose la volpe.
–Desideri del miele nella tisana?- Chiese il gatto al burattino.
–Ma come non lo sai?- Annuì Pinocchio –Io sono a favore degli animali, sono contro “l’acacia”…-
Finalmente giunsero al Campo dei miracoli. Siccome era anche un campo da golf, Pinocchio dovette mettersi il maglione. Nel campo viveva uno strano contadino al servizio di un boss della malavita. Il boss aveva assunto il contadino per “seminare” i carabinieri negli inseguimenti. Peccato solo che il contadino fosse troppo giovane, era ancora un princi-piante!

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