Panni sporchi: l’inquinamento prodotto dall’abbigliamento

Greenpeace ha effettuato uno studio su alcuni indumenti venduti a livello internazionale da marche famose e prodotti utilizzando etossilati di nonilfenolo (NPE).
L'NPE  viene usato come tensioattivo ammorbidente,  che si trasforma, una volta eliminato con l'acqua di lavaggio, nella la forma più tossica, nonilfenolo (NP), sostanza tossica che si accumula nella catena alimentare e che anche a basse concentrazioni, agisce a livello ormonale.

La ricerca si è svolta analizzando 78 articoli di abbigliamento sportivo e casual, scarpe comprese, di 15 marchi di abbigliamento leader:
Abercombie & Fitch, Adidas, Calvin Klein2, Converse, Gap,  G-Star RAW, H & M, Kappa, Lacoste, Li Ning, Nike, Puma, Ralph Lauren, Uniqlo e Youngor.
Greenpeace ha acquistato, nel maggio del 2011, gli articoli  da testare direttamente nei negozi di queste catene scegliendoli a caso in 18 paesi nel nord e nel sud del mondo.

L'analisi di tutti i 78 articoli di abbigliamento sono state svolte presso un laboratorio accreditato per la ricerca proprio dell'NPE. Importante anche ai fini della ricerca è il rilascio dell'NPE nelle acque di scolo che inquinano le acque formando il composto più tossico l'NP , nonostante la presenza di impianti di depurazione che però non agiscono su tale composto.
Riscontrare l'NPE nei tessuti è, quindi, un indicatore che sono stati utilizzate sostanze fortemente tossiche durante il ciclo di produzione, con la conseguenza che i livelli di nonilfenolo nell'ambiente aumenti pericolosamente.

Dei 78 articoli analizzati, 52, i 2/3, sono risultati positivi all'NPE. I marchi legati ai tessuti che hanno rivelato la presenza della sostanza tossica sono : Abercombie & Fitch, Adidas, Calvin Klein, Converse, G-Star RAW, H & M, Kappa, Lacoste, Li Ning, Nike, Puma, Ralph Lauren, Uniqlo e
Youngor.

Questa analisi conferma inoltre che l'uso di sostanze  chimiche pericolose nella produzione tessile non è limitata ai capi di abbigliamento prodotti in Cina.
Anche se il livello di NPE è molto piccolo, se immaginiamo il volume degli articoli venduti e poi rilavati in tutto il mondo ci rendiamo conto di quanto grande e grave sia il problema.
E 'anche importante notare che,a volte, la mancata rilevazione di
NPE non esclude che tale sostanza non sia stata utilizzata nella produzione e poi eliminata in seguito ad accurato lavaggio, contribuendo all'accumulo di NP, nell'ambiente.

I risultati presentati in questo studio sono probabilmente solo la punta di un iceberg nel mare dell'inquinamento da rilascio di sostanze chimiche pericolose, che non sono solo gli NPE o i loro derivati NP, ma un gran numero di sostanze pericolose attualmente utilizzato dal  settore tessile.

Greepeace ha spiegato che i nonifenoli, usati come detergenti nell'industria tessile :
"rappresentano, anche a bassi livelli, una grave minaccia per l'ambiente e per la salute umana", in grado di "alterare lo sviluppo sessuale e avere effetti sul sistema riproduttivo".
Un rischio che non resta circoscritto ai Paesi in cui i capi vengono prodotti dal momento che, durante il lavaggio, piccole parti di Npe vengono rilasciate e pertanto si diffondono anche nei Paesi in cui il loro utilizzo è proibito.
In seguito alla pubblicazione, Nike e Puma si sono impegnate a eliminare, entro il 2020, tutte le sostanze pericolose dai loro prodotti, mentre Adidas non ha ancora annunciato decisioni in tal senso.

 

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