Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 11 di 37

Durante lo spettacolo dei burattini, uno di loro notò per caso
la presenza di Pinocchio.
Alla vista del nostro eroe, il ficcanaso corse subito a fare la spia da Mangiafuoco.
Ebbene si…Era il solito ruffiano. Meglio conosciuto dai romani come:
“Ar-lecchino”

Finita la prima parte dello spettacolo seguì l’intervallo. Pinocchio, che soffriva una sete d’inferno, si avviò al chiosco nella speranza di elemosinare qualcosa da bere.
Giunto al chioschetto trovò una persona di nobile compassione.
-Guarda giovinotto.- Disse la signora del banco. –Ho giusto qualcosa che fa al caso tuo. Un bel succo alla polpa di pera.-
-Ma che schifo, che roba è questa?- Lamentò Pinocchio. –Come si fa a mischiare la frutta con il pesce, la polpa con la pera?-
La sete del povero burattino fu finalmente placata nel momento in cui, sorseggiando un bicchiere d’acqua, cadde dal cielo una povera gazza ladra. Il povero uccello finì dritto sparato nel bicchiere d’acqua. Il tutto risultò più dolce al palato di Pinocchio, infatti come per miracolo la caduta della gazza tramutò l’acqua in…gazzosa.
Non ancora soddisfatto, Pinocchio ricevette in dono un frutto delizioso. Si trattava niente popò di meno, che del frutto più piccolo e più basso del mondo: la ba-nana.
In quel preciso istante, mentre il burattino era intento a gustare il suo frutto, si sentì in lontananza l’eco di un saltellio assordante; come se a provocarlo fosse stata una grossa molla.
La curiosità spinse Pinocchio ad andare a vedere di che si trattava. Giunto vicino ad un grosso supermercato, scorse con gli occhi allucinati un uomo di mezza età a cavallo di una grossa molla. Quest’uomo era di mezza età per il semplice fatto che era nato in un anno bisestile; chiaramente non potendo festeggiare gli anni ogni anno (Chiedo scusa per il gioco di parole), ne aveva festeggiati solo la metà.
L’uomo era intento ad entrare nel supermercato quando Pinocchio gli chiese esterrefatto: -Mi scusi buon uomo, perché se ne va in giro cavalcando una molla?-
-No, caro giovanotto, ti sbagli e ti s-cipolle! Cavalco la molla solo per andare a fare la spesa; ed ho due buoni motivi per farlo: Primo; non lo sai che i prezzi della verdura sono saliti alle stelle? Come farei a leggerli posizionati così in alto, con la molla riesco ad arrivare fino alle stelle e a leggere il prezzo. Secondo motivo; la carne e la frutta costano troppo, così come i vestiti e i detersivi. Uso la molla per “ammortizzare” le spese…
Quando finalmente Pinocchio ritornò in teatro, fu sorpreso da una strana e affettuosa accoglienza quasi famigliare. Tutti i burattini presenti in sala cominciarono uno dopo l’altro a stringere la mano al burattino più famoso del mondo.
Purtroppo in mezzo a loro c’era anche un polipo; non vi dico il tempo che il polipo impiegò per stringere la mano a Pinocchio…
E’ impossibile figurarsi gli abbracci e l’amicizia fra questi burattini.
Fra di loro si potevano tranquillamente riconoscere: La maschera citata prima e la più ruffiana, Ar-lecchino. Balanzone e balla coi lupi. La maschera odiata dai cani, Pulcinella. Il grande puffo.
Gianduia, Giacometta e il figlioletto gianduiotto. Zorro e suo cugino malvestito Zarro. La moglie del calciatore Briegel, Brighella. Capitan Fracassa, Capitan Sventura e chissà perché capitan tutte a me. Meneghino e me ne vado. Pantalone e sua moglie Bretella. Rugantino e suo figlio senza rughe. Stenterello e i suoi nipoti stetteroacasa. Tartaglia e la compagna tarcuce.
Insomma, non vi dico che clima di festa era venuto a crearsi fra le marionette del teatrino.
–Ma perché Pantalone corre dietro ad un foglio?- Chiese Pinocchio incuriosito. -Non me ne parlare…- Rispose Giacometta. –Sono due settimane che corre dietro a quella lista piena zeppa di alimenti a basso contenuto calorico. Ancora non è riuscito ad acciuffarla. Tutto perché il medico gli ha consigliato di dimagrire. E adesso, Pantalone, sta “seguendo” una dieta…-
Fra i vari e bizzarri burattini attori, ve ne erano anche dediti all’arte. Per esempio uno di loro, di chiare origini spagnole, stava dipingendo la figura di un mammut su di un quadro ad olio. Quando Pinocchio lo vide, non poté contenere l’entusiasmo e la meraviglia per gli occhi.
–Scusa?- Chiese Pinocchio –Questo mammut è bellissimo, peccato che ormai si sia estinto. –Como?- Esclamò il pittore spagnolo –Ancora non es-tinto, lo devo ancora colorare.-
Tutte queste smancerie avevano impazientito il pubblico in platea.
Lo spettacolo non andava più avanti. –Vogliamo la commedia!- Gridò gran parte dei presenti in sala. –Vogliamo la comelementare!- Gridò il resto del pubblico rimasto. Tutto fiato buttato via: i burattini , invece di recitare, fecero ancora più chiasso.
Ed a causa del fiato buttato, molti spettatori morirono soffocati; mentre quelli che avevano trovato il fiato buttato, morirono traumatizzati.
Fu allora, finalmente, che fece la sua comparsa il famoso burattinaio.
Un omone così brutto, che quando si guardava allo specchio si metteva di spalle. Aveva una barba (anche perché avete mai visto un uomo con due barbe?) nera come vedere un nero vestito da zorro, in una stanza buia dipinta di nero, con i guanti neri ed un foulard nero, il quale disegna, su di una lavagna nera, usando una matita nera a carboncino una liquirizia avvolta da un fumo nero. Questa barba era tanto lunga che la usava come piumone per l’inverno. La sua bocca era larga e la lingua piccolissima. Le sopracciglia erano così prosperose che se le pettinava all’indietro, anche perché essendo calvo, si lamentava spesso per la troppa abbondanza di barba…
Questo burattinaio urlava come un matto spaventando i poveri burattini. L’urlo disumano sembrava fatto apposta per marcare la propria autorità, ma così non era. Infatti era provocato dal fatto che quando camminava si pestava la barba con i piedi.
Ebbene si, si trattava niente popò di meno che del burattinaio Mangiafuoco.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *