Galileo Galilei

Galileo Galilei, nacque a Pisa e si iscrisse inizialmente a medicina, che dopo abbandonò per gli studi matematici. Si trasferirà, molto più avanti, a Padova, sede dell’aristotelismo rinascimentale. A Padova, vi erano comunque anche aristotelici più tradizionali.
Nel 1609 Galileo costruisce il cannocchiale, sulla base di istruzioni di un ottico olandese. È Galileo il primo a farne un utilizzo scientifico, per dare forza alla teoria eliocentrica.
Pubblica, nel 1610, il sidereus nuncius, dove lui annuncia tutte le scoperte fatte con il cannocchiale, che si basano su un metodo di tipo induttivo. Adesso, però, le sue idee cominciano a infastidire gli ecclesiastici, poiché, Galileo, al contrario di Copernico, professava l’esattezza scientifica delle sue teorie.
L’opera fondamentale è "dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo", dove spiega il suo eliocentrismo.
Barberini, amico di Galileo, diventato poi Papa Urbano VIII, inizialmente sosteneva Galileo, ma dopo comincia a dubitarne.
Secondo Galileo scienza e religione sono due domini completamente separati tra loro, due qualità completamente diverse che non possono essere messi a confronto.
Quindi secondo Galileo per conoscere i meccanismi della natura bisogna appoggiarsi alla fisica, mentre se interessano le questioni teologiche bisogna affidarsi alla chiesa.
Quindi, ad esempio, non ci si può affidare alla Bibbia per spiegare il funzionamento dell’universo, poiché non è fatta per questo.
Con il suo Sidereus Nuncius cade il dualismo "sovra-lunare"-"sub-lunare", tanto che si pone, con il suo sidereus nuncius, la fine della vecchia concezione aristotelico-tolemaica.
Ad esempio, con la scoperta delle macchie solari, con cui scopre che anche i copri celesti sono corruttibili.
Noi non abbiamo un discorso a riguardo del metodo di Galileo, ma possiamo capirlo dai suoi scritti.
È costituito, il metodo, di due momenti: quello risolutivo (o analitico) e quello compositivo. Nel primo, il fenomeno viene studiato scomponendolo in parti più semplici. Nel momento compositivo (o sintetico), si va a ricomporre il tutto. Il momento analitico si divide in tre fasi: l’osservazione diretta dei fenomeni che si vogliono studiare (nell’esperimento, l’individuo interroga la natura come un giudice. La provoca per ottenere le risposte cercate e non la subisce). Quindi, perché un osservazione del fenomeno sia scientifica, bisogna anche raccogliere i dati attraverso una misurazione matematica. Proprio nel momento della misurazione matematica, il tutto viene scomposto in diverse parti. Infine vi è l’ipotesi, che però è diversa dall’ipotesi iniziale, poiché è un ipotesi ragionata, attraverso un ragionamento induttivo che non parte da zero.
Da qui si passa al momento compositivo, di due fasi: prima vi è l’esperimento, dopodiché si passa alla formulazione della legge, la quale descrive matematicamente la causa che in natura regola il fenomeno. L’esperimento ha quindi proprio il compito di verificare o falsificare l’ipotesi.
Galileo parla per la prima volta di "sensate esperienze", e "necessarie dimostrazioni" in una lettere a Cristina di Lorena. Galileo è sia induttivista che deduttivista.
Ad esempio, nelle scoperte astronomiche è preponderante il momento induttivo, ma non c’è unicamente quello, infatti permane anche il momento deduttivo.

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