Locke

L'empirismo è un qualcosa che già prepara all'illuminismo europeo. Il problema di Locke e Hume non è la ricerca del fondamento, ma, anzi, sono tra i primi a criticare il concetto di sostanza.
Per l'empirismo, la ragione è profondamente condizionata dall'esperienza. L'esperienza è sia l'inizio che la fine del processo conoscitivo. Infatti, per verificare una conoscenza, è necessario confermarla con l'esperienza. Per Locke le idee semplici sono tutte avventizie, vengono dal di fuori. Diventano idee complesse quando le si unisce tra loro.
L'opera più importante di Locke è il saggio sull'intelletto umano.
Locke parla di ragione come tabula rasa., è l'esperienza che va ad aggiungere informazioni. Per Locke, anche i principi logici, così come le idee innate, sono sempre derivate dall'esperienza, che è frutto dell'insegnamento da bambini.
Cartesio pensava che tutti siamo intelligenti allo stesso modo, ma ognuno di noi usa l'intelligenza bene o male, e a seconda di come la usa è più o meno intelligente.
Invece Locke la pensa diversamente, ovvero che l'intelligenza non è distribuita in modo uniforme, e, inoltre, la ragione umana è fallibile, anche perché limitata dall'esperienza e per servirsi della ragione bisogna conoscerla. Da ciò, Locke parte con una teoria detta teoria della conoscenza. è, quindi, una ragione anti-metafisica. Ad esempio, Kant farà l'esempio della colomba come per spiegare i limiti stessi della conoscenza.
Locke, come Cartesio, ritiene che l'idea è l'oggetto minimo della conoscenza. Secondo Locke ovviamente tutte le idee derivano dall'esperienza. Si riferisce a un esperienza sia come senso esterno che senso interno. Quindi sia esperienza di sensazione, sia di riflessione (il dubbio, etc.). Ad esempio il dubbio lo si conosce proprio perché se ne ha spontaneamente a che fare quando si ragiona.
L'idea di sostanza per Locke è un idea complessa, e secondo Locke la nostra idea di sostanza è quella di un substrato che sta al di sotto di tutti i fenomeni che conosciamo. Noi conosciamo solo i fenomeni però, e non la sostanza in se, ovvero il substrato.
Non potendo verificarlo direttamente non possiamo essere certi della sua reale esistenza.
Per Locke pensare significa avere idee. Ma la conoscenza vera e propria, invece, è la capacità di mettere in accordo e disaccordo le idee.
La conoscenza può essere intuitiva quando si ha da subito la percezione di questo accordo/disaccordo, dimostrativa quando è necessario un ragionamento per arrivarci.
La certezza dell'esistenza delle cose al di fuori ce la può dare solo la sensazione attuale. Quando non c'è, è solo probabile, ad esempio, come l'esistenza di Dio.

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