Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 8 di 37

CAPITOLO 8

Geppetto vende la propria casacca per comprare l’Abbecedario.
Non si capì il motivo. Se tanto c’era “Dario”, che motivo aveva il falegname di vendere la casacca?

Il burattino, appena che si fu levata la fame, cominciò subito a piangere.
Piangeva così forte che pareva imitare il suono d’una sirena; -Uffah, babbino! Perché i vicini di casa mi chiamano “fuorilegge” per via della mia vivacità, io non vado mai a leggere fuori, col freddo che fa!… Pianse Pinocchio.
Geppetto fu per consolarlo, così gli regalò un piatto prezioso. –Pensa che questo piatto è di madreperla.- Disse Geppetto. –Va beh!- Rispose Pinocchio. –Mi avrebbe fatto altrettanto piacere, conoscere anche le origini del padre.-
Così fu che i giorni trascorrevano quieti; fino a quando giunse il momento che Pinocchio doveva andare a scuola. Per andare a scuola, Pinocchio, aveva bisogno di un vestito nuovo. Allora il suo babbo si diede da fare e gli fece un vestituccio di carta marrone che brillava al sole. –Ma babbo- Disse Pinocchio. -Questo vestito che m’hai fatto con tanto amore, mi gratta la schiena e mi infastidisce nei movimenti…- -Vedi pinocchio…- Rispose il falegname, -Ho fatto questo vestitino di carta per il tuo bene, se ti trovi in pericolo non hai che da strapparlo. Ti ho messo anche una piccola targhetta: “In caso di necessità rompere la cartavetro”…-
In fondo non appariva tanto male, infatti una pulce passando di lì gli fece i complimenti. –Ciao pulce-, Salutò Pinocchio –Ti piace il mio vestito nuovo? Però anche tu no scherzi, come ti sei conciata?- -Sapessi-, disse la pulce –Oggi vado ad una festa in maschera, così mi sono vestita da “pulcinella”. Devo salire sopra un cane, così bravo che lo hanno fatto santo, infatti è un sanbernardo. Pensa che a lui non interessa che facciamo una festa, l’importante che mettiamo tutto in ordine.- -Ma le tue amiche sono già salite tutte dal retro del cane.- Disse Pinocchio. –No, io sono più furba, passo dalla testa. Così non faccio la “coda”.
Nel frattempo Geppetto era andato fuori per fare una commissione. Pinocchio non rimase solo. Riapparve ancora una volta quel saggio di un grillo che a Pinocchio non garbava per niente…
GRILLO: Salve Pinocchio, spero che ti stia comportando bene, guarda i serpenti che bravi…Vanno in bici “senza mani.” Prendi esempio. Sono stato a pescare con mio zio, ha un peschereccio al porto. Siamo andati al largo. Al ritorno il mare era a sessanta nodi, non ti dico la fatica per slegare tutti i nodi, saremmo tornati molto prima…
PINOCCHIO: Guarda grillo che a me non frega un accidente di dove sei stato!
GRILLO: (Ridendo di gusto) Non ti frega nulla? Ma guarda che vestito che hai, sono due ore che ti frega la schiena!
PINOCCHIO: Ma è possibile che tu debba sempre starmi tra i piedi? Io non sono poi così monello come credi. L’altro giorno ho fatto pure una buona azione: ho aiutato delle bevande a dialogare tra di loro. Non si parlavano mai, nonostante stessero nello stesso bar. Per forza, lui era un liquore…Un ver-mut, lei una spre-muta. Ma ora finalmente si parlano come fossero dei giovinetti.
GRILLO: Spero che questo tuo gesto non serva a giustificare i dispiaceri che dai al tuo babbo Pinocchio!
PINOCCHIO: Non è vero, ho fatto ancora delle nobili gesta in questi giorni. Sempre in quel bar di cui ti parlavo prima. A parte il fatto che in quel bar ci vanno solo i sommozzatori, infatti è conosciuto come “palombar”; comunque, come ti spiegavo prima, ho salvato una bistecca da un maniaco sessuale. La bistecca cantava in un coro come soprano. Purtroppo era stonata infatti steccava due volte ogni concerto, per questo la chiamavano bis-tecca…Mentre lui si giustificava sostenendo che la “carne è debole”, così faceva lo “spiedino” alla povera bistecca.
GRILLO: Va bene Pinocchio, ma ti lascerò solo dopo che avrai prestato ascolto ad un buon consiglio: fai attenzione quando esci di casa, alcuni passanti sono stati colpiti da strani oggetti che cadevano dal cielo, in seguito fu scoperto trattasi di mandibole umane. Ebbene si, ultimamente siamo vittime di bombarda-menti…
Dopo poco tornò Geppetto: e quando tornò aveva in mano l’Abbecedario per il figliuolo, ma la casacca non l’aveva più. Il pover’uomo era in maniche di camicia e fuori nevicava. Una formica che passeggiava sul braccio di Geppetto, si vantava con le sue amiche subito dopo aver raggiunto il collo del falegname: -Ma cos’ hai tanto da vantarti?- Le chiese il falegname. –Beh, non è da tutti attraversare “la manica” a piedi.- Rispose la formica.
Accadde così che Geppetto diede a Pinocchio l’abbecedario. Non si poteva nascondere la gioia del burattino che scoppiò in lacrime. (Che fatica per Geppetto dover ricomporre un pezzo alla volta il povero burattino dopo l’esplosione). –Grazie di cuore babbo- Espresse Pinocchio dopo il restauro, -Sono felice di poter andare a scuola, sono certo che anche mio nonno ne andrebbe fiero. –Eh si…- Rispose Geppetto, -Se fosse ancora vivo, il nonno, farebbe festa insieme a noi.- -Ma come è morto il nonno?- Chiese avvilito il burattino. -Fece una brutta fine, nonostante era spesso. Ebbe un colpo di fulmine quando si innamorò della nonna e ci rimase secco…

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